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Di Sabato M5S: mozione per dire No alle Trivellazioni in Adriatico e nello Ionio

“Nelle scorse settimane il M5S ha depositato mozioni e Ordini del Giorno nei Comuni di Bari, Manfredonia, Andria, Trani, Brindisi, Lecce e Taranto – e adesso anche nel nostro Comune qui a San Severo. La Mozione che ho presentato è stata controfirmata e condivisa anche dai Consiglieri Comunali : Enrico Pennacchio, Ondina Inglese, Michele Santarelli, Francesco Sderlenga, Lidya Colangelo, Fabiola Florio a cui va il mio personale ringraziamento e quello di tutto il M5S.
Mi auguro che la mozione venga accolta ed il Sindaco Miglio avvii un confronto ai vari livelli affinché si intraprenda la strada più giusta per le nostre comunità. È bene ricordare che nel 2016 ci fu il Referendum abrogativo per consentire l’estrazione del petrolio e del gas entro le 12 miglia, Referendum sostenuto dal Movimento 5 Stelle e che ha visto promotore lo stesso Presidente Regionale Michele Emiliano favorevole all’abrogazione della Legge. Il Referendum come sappiamo non raggiunse il quorum ma evidenziò che oltre gli 85% dei votanti erano favorevoli alla abrogazione e quindi contrari alle trivellazioni.
E’ bene evidenziare che “Trivellare” l’Adriatico e lo Ionio non ha alcuna convenienza economica, ambientale e sociale. Difatti il nostro convinto “NO alle Trivelle” è motivato su basi scientifiche. La motivazione principale è data dal conteggio delle riserve di gas che possono essere certe, probabili e possibili, ossia possono essere estratte con diversi gradi di probabilità e conti alla mano possiamo estrarre circa 70 miliardi di metri cubi, che sono insufficienti per il nostro fabbisogno. Ricerche hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche vicino alle piattaforme, tossiche per l’ecosistema marino e per la salute umana (Vedi rapporto di Greenpeace “trivelle fuorilegge”). I componenti pericolosi identificati sono gli idrocarburi policiclici aromatici e i metalli pesanti, sostanze che, attraverso la catena alimentare, giungono all’uomo. I policiclici aromatici sono cancerogeni, l’acqua di formazione che si estrae dai giacimenti con il gas, insieme alle acque di processo, contengono elevati contenuti di idrocarburi cancerogeni e vengono smaltite direttamente in mare. Con evidenti alterazioni della catena alimentare marina e con danni alla salute dell’uomo e degli esseri viventi. Da non sottovalutare anche i problemi relativi alla estrazione degli idrocarburi e quindi agli effetti collegati come il fenomeno della “subsidenza” (fenomeno geologico naturale che comporta l’abbassamento del suolo, in pratica la discesa del terreno dovuto allo svuotamento). Ciò potrebbe comportare una presunta correlazione fra i terremoti ed i movimenti antropici. Casualità attestata anche dalla Commissione di studi del Terremoto dell’Emilia Romagna del 2012, nel cosiddetto Report ICHESE : “Report on the Hydrocarbon Exploration and Seismicity in Emilia Region”.
Conlusioni. L’Italia, negli ultimi 15 anni, ha condiviso e adottato le direttive europee che indicano l’obiettivo strategico dell’abbandono delle fonti fossili, così come i documenti su cui si fonda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che include la transizione ecologica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Pertanto avviare le indagini geologiche alla ricerca di gas e petrolio o, peggio, mettere in funzione le trivelle inevitabilmente altererebbe il buono stato ambientale delle acque e i fondali marini, patrimonio tutelato da specifiche direttive dell’Unione Europea.
Gli stessi scienziati ci dicono che tutta l’energia ottenibile costruendo le piattaforme in mare può essere ottenuta da fonti alternative ambientalmente sostenibili e anche più convenienti economicamente: basterebbe utilizzare tecnologie già oggi esistenti e ampiamente disponibili vedi Idrogeno verde.
Realizzare la conversione ecologica è uno degli obiettivi che la Regione Puglia e l’intera Nazione deve perseguire e raggiungere, ascoltando con attenzione la scienza e tutelando concretamente l’ambiente.
Gianfranco Di Sabato Consigliere Comunale M5S 2050

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