ComunicatiPrima pagina

Dino Bilancia, pittore e scultore di San Severo che, riciclando la plastica, sta creando opere d’arte di particolare valore e significato.

Il rispetto del pianeta Terra passa anche dalle attività culturali, considerando che ci sono artisti che usano nelle forme più alte della scultura o della pittura, e non solo, materiali che si prestano ad essere riutilizzati, riciclati, come la plastica. Forse una della prime opere, la testa di Dante Alighieri, farà bella mostra nell’omonima piazza di Apricena, grazie al maestro Dino Bilancia, noto pittore e sculture che, a San Severo, sta usando, dopo averne sperimentato l’uso, le applicazioni e le tecniche, della comune plastica PET (polietilene tereftalato), quella delle bottiglie dell’acqua minerale, per realizzare opere d’arte. Nel mondo a plastica sta diventando un problema serio per l’inquinamento. Bilancia spiega: “Ho iniziato a guardare le tante bottiglie che usavamo a casa ed ho pensato che potevano diventare qualcos’altro. Plastica (Pet) che mi sembrava un materiale freddo, inerte, ma che lavorandolo (ho iniziato con piccoli monili), sperimentando e rivedendo procedure, in modo tutto personale, dopo quattro anni sono giunto a quella che è una formula ‘segreta’, diciamo così, che mi consente di produrre sculture artistiche in plastica fusa, su stampo in cera, dando una seconda vita a quelle bottiglie”. Dopo la premessa, Dino Bilancia, che ha già prodotto opere importanti in plastica riciclata e lavorata a mano, entra nel merito: “Parto dalle bottiglie in PET senza tappo, perché è di altro tipo di plastica, e con una mia procedura sperimentata, arrivo ad ottenere la plastica per la fusione e la scultura. La posso colorare come ritengo opportuno da un punto di vista artistico. La sequenza – ha evidenziato l’artista – resta simile alla cera persa, che è la stessa che si usa per colare il bronzo, per intenderci. Arrivo così all’oggetto desiderato, che viene sfoderato dalla dima e rifinito con utensili idonei a scolpire. La potenzialità non è legata alla dimensione dell’opera da realizzare, anche se la stessa può giocare un suo ruolo come, ad esempio, la prima opera, un viso di donna rosso corallo, dai tratti particolari”. Teste, volti, che rappresentano la vena artistica a tutto tondo di Bilancia che nobilita alcuni materiali che, alla fine, andrebbero a finire in discarica o riutilizzati per altri usi. “Ho realizzato la testa di Prometeo, una scultura colorata sul verde che mi voleva riportare al colore della giada. Sono opere che sto amalgamando dalla cultura classico-greca, con quella andina. Mettendo insieme questi stili – ha continuato Dino Bilancia – ho realizzato dei volti che ritengo molto significativi perché mettono in evidenza alcune parti anatomiche come la fronte, il mento, il naso, con particolari messaggi moderni e originali che riescono a trasmettere. Si tratta di contaminazioni di stili che, poi, vengono amalgamati. Sono sculture resistenti al tempo e agli agenti atmosferici, tali da essere paragonate alla durezza del bronzo o del marmo, perché non si degradano. Ed è per questi motivi che possono stare all’aperto in ogni condizione”. Dante, come detto in premessa, sarà la prima opera di Bilancia ad essere esposta in una piazza, al pubblico: “Sono lanciato anche in quest’impresa della plastica riciclata e dei materiali ferrosi, sempre riciclati, senza dimenticare i miei quadri”, ha concluso Bilancia.

Altri articoli

Back to top button