Dino Marino: “La sinistra novecentesca è morta. Nella fede e nel dialogo interreligioso la risposta all’intolleranza e alle nuove povertà”
“Bisogna accarezzare la morte per ritrovare la vita. Questa mia avventura personale, da un lato mi ha condotto attraverso un dialogo con Dio, a diventare con la mia identità, un cattolico, un soldato di Cristo. Ma mi ha fatto anche comprendere che la sinistra del secolo breve è morta insieme alle sue ideologie”. Si apre così la riflessione personale di Dino Marino, esponente Pd, area “Azione Pd”, “Oggi nelle nostre società, dove il lavoro è sempre più disumanizzato, urge la necessità di un dialogo con le persone che hanno fede. Solo chi ha fede può dare speranza. La sinistra politica è morta, ma vive nel sociale e nei valori di speranza che la chiesa sta rappresentando. Basta pensare al viaggio del Papa a Lesbo”, aggiunge Marino che prosegue: “Sto frequentando un corso di catechismo presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano e lì ho ritrovato quel popolo che i partiti e la politica hanno perso. In questo tempo di chiusura di frontiere, stare con la chiesa è stare con gli ultimi. In una parrocchia di frontiera, di un quartiere popolare, si può riscoprire quella connessione sentimentale persa dalla sinistra politica. Questa sinistra che fa la corsa ad appropriarsi dei diritti civili, deve pensare alla giustizia sociale, alle disuguaglianze che ci sono, al valore della vita umana, alle risorse che vengono da altri mondi. Il dialogo tra fedi è anche l’antidoto al radicalismo e al terrorismo”.