Dino Marino: “Su rifiuti Regione non può fare come Ponzio Pilato, chiederemo la revoca della delibera comunale”
“Un piano dei rifiuti da cui di fatto sono esclusi i gli impianti privati, significa costruire le regole solo per il pubblico mentre i privati, alcuni privati, hanno le mani libere”. Così Dino Marino, consigliere comunale Pd, dopo l’assemblea pubblica di ieri sul progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti in via Foggia (ex Safab a San Severo). “La vicenda del compostaggio privato di San Severo, appalesa con chiarezza le lacune del commissario Grandaliano, che difende il Piano regionale dei rifiuti che non riconosce gli impianti privati già esistenti – c’è un impianto a Lucera con una capacità di 232 mila tonnellate dice lui autorizzato per 90 mila tonnellate, che potrebbe essere convertito con tecnologie più avanzate (anaerobica) e con un nuovo rapporto con il pubblico – e invece tace sulla costruzione di un altro impianto privato a San Severo di 60.000 tonnellate annue. Una programmazione di facciata, in una realtà come la provincia di Foggia, dove ci potremmo trovare con impianti tra 292.000 ton. Privati e 85.000 pubblici per un totale complessivo di 377 tonnellate contro una stima di produzione di rifiuti organici pugliesi di circa 530.000 tonnellate. Pur di non dare dispiaceri all’amico Miglio si vuole passare sulla volontà dei cittadini”, afferma Marino che precisa: “Grandaliano proprio ieri sera ne ha avuto un assaggio: un Forum voluto dall’amministrazione comunale per spiegare il loro “si” al progetto di una ditta privata si é trasformato in una manifestazione contro la Giunta Comunale e la Regione. Non possiamo ospitare tanta immondizia qui a San Severo, la programmazione regionale non esiste e rischiamo che San Severo e la Nostra provincia diventino la pattumiera della Puglia e non solo. Non si può lasciare tutto nelle mani del mercato e di qualche sindaco sprovveduto, manca il governo regionale …”
La battaglia, per il consigliere comunale Pd, continua: “Andremo in Consiglio comunale a chiedere la revoca della delibera e, attraverso il comitato, utilizzeremo tutte le armi che la democrazia ci mette a disposizione per fare voce al dissenso e arrestare un progetto scellerato”.