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Disegno di legge di bilancio 2021: escluse le professioni sanitarie

Con grande rammarico ed incredulo stupore apprendiamo che, nella prima bozza della Legge di Bilancio che sarà a breve discussa e votata dal Parlamento, la categoria delle Professioni Sanitarie è stata esclusa dagli aumenti di stipendio previsti dalla Manovra. Si tratta, a nostro parere, di un’esclusione totalmente ingiustificata, oltre che un grave danno alle migliaia di persone che, quotidianamente e con assoluta abnegazione, stanno combattendo, al pari di medici e infermieri, questa storica battaglia contro il Covid-19. Oltre che iniqua, l’attuale versione degli artt. 65 (Disposizioni in materia di indennità di esclusività della dirigenza medica) e 66 (Disposizioni in materia di retribuzione degli Infermieri del Servizio sanitario nazionale), è destinata ad esacerbare i distinguo e i contrasti tra le professioni sanitarie, anziché rafforzarne la giusta, auspicata e necessaria coesione. Anche nel periodo di emergenza pandemica le professioni sanitarie, tutte e insieme, hanno garantito e continuano a sostenere la nostra sanità, pertanto non è ammissibile che, nei fatti, alle stesse siano poi riconosciute medaglie di diverso valore:

1. i Medici, che percepiranno somme significative a partire dal 1° gennaio 2021;

2. gli Infermieri, per i quali sono state previste cifre irrisorie, che potranno essere percepite chissà quando perché rimandate alla contrattazione collettiva nazionale;

3. tutte le altre professioni sanitarie, nemmeno citate, per le quali non è stato previsto alcunché.

Una ulteriore sperequazione riguarda l’inserimento dei soli professionisti del SSN nazionale, che lavorano tutti i giorni in prima linea al pari dei colleghi del settore privato accreditato. Di fronte a queste incomprensibili e inammissibili disparità di trattamento da parte del Governo, non possiamo che manifestare una ferma e risoluta indignazione e contrarietà.La multidisciplinarietà deve essere sostenuta non solo a parole, ma anche nei fatti e non può passare attraverso la valorizzazione di una sola professione.

Noi, rappresentanti istituzionali, non possiamo e non vogliamo fare l’attività propria delle OO.SS., dalle quali ci aspettiamo una rapida, ferma e determinata presa di posizione a sostegno di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che in questi mesi hanno dato ulteriore prova di alto senso di responsabilità e grande competenza, facendo rinunce e tanta fatica, fronteggiando ansie e paure, contagiandosi, ammalandosi e, in troppi casi, perdendo addirittura la vita. Ciò che chiediamo è un criterio meritocratico che premi effettivamente chi è impegnato in prima linea senza discriminazione di professione o di appartenenza ad un settore pubblico o privato accreditato.

Dott. Giulio Conticelli

Presidente Ordine Tsrm e Pstrp di Foggia

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