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Domani 6 marzo decimo anniversario della morte di mons. Cesare Bonicelli

Centro Studi Pastorali “Mons. Cesare Bonicelli”
6 marzo 2019, nel decimo anniversario della morte di mons. Cesare Bonicelli

Domani 6 marzo 2019, mercoledì delle Ceneri, ricorre il decimo anniversario della morte di mons. Cesare Bonicelli, don Cesare come molti preferivano chiamarlo.
Diverse le iniziative per ricordarlo proprio in questo periodo. Sicuramente domani in tanti lo ricorderanno nella preghiera, mentre il prossimo 11 aprile in Cattedrale, alle ore 19.00, ci sarà, oltre a un ricordo, una Concelebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo.
E’ don Dino d’Aloia, parroco di S. Antonio in S. Paolo Civitate, a lasciarci un primo ricordo del Vescovo bergamasco, che per cinque indimenticati anni ha servito il nostro popolo con zelo e entusiasmo.
Un Pastore testimone del Vangelo, la cui coerenza è ancora viva nel ricordo di tutti, che ben può collocarsi nella scia di quanti, a partire da don Felice Canelli e don Francesco Vassallo, la nostra Chiesa sta cercando di evidenziare e di indicare come esempi per un fecondo e possibile cammino di santità .

Oggi, nel decimo anniversario della morte di mons. Cesare Bonicelli, dopo don Dino d’Aloia, e il prof. Gianvito Sibilio a tornare sul significato dell’episcopato di mons. Bonicelli per la nostra Comunità diocesana.

“Nel decennale della scomparsa del suo eponimo, scrive Sibilio, il “Centro Studi Pastorali mons. Cesare Bonicelli” commemora la nascita al cielo di una persona importante della nostra storia recente.

Un Vescovo dalle molteplici intuizioni pastorali, che seppe programmare e progettare a lunga scadenza secondo una visione ancor oggi attuale e suscettibile di sviluppi. Un pastore d’anime senza preclusioni o preconcetti, che ha potuto essere un modello anche per coloro che gli sono subentrati, al di là delle differenze di personalità e di stile.

Un cristiano dalle salde certezze aperte al dialogo e dalla fede soda, senza esibizioni, desideroso di operare concretamente per Cristo e per la Chiesa. un uomo dal carattere forte e mite, che trasmetteva il senso sacerdotale della paternità e della vicinanza.

A questa figura, che ha imparato tanto dalla nostra Terra e ancor di più le ha dato, vivendo in essa non come un estraneo ma come un pellegrino, va il nostro ricordo riconoscente senza esclusive e il nostro affetto senza retorica”.

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