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Don Dino: “dare la comunione a tutti?”

L’eucarestia non è il premio per i buoni ma la medicina per i deboli. Questa frase è stata scritta da Papa Francesco in Amoris Laetitia e ripetuta piú volte in diversi suoi discorsi. Può sembrare una frase come tante e invece è rivoluzionaria. Finora infatti abbiamo visto l’eucaristia e la comunione eucaristica come il dono da dare a coloro che vivono una vita secondo gli insegnamenti della Chiesa e da negare agli scomunicati: conviventi, divorziati risposati, omosessuali. Cosí inevitabilmente fare la comunione significava far parte di coloro che sono in regola, una specie di timbro di persona perbene. L’esclusione dai sacramenti e dalla comunione quindi produce una enorme sofferenza in chi la subisce perchè la percepisce come un rifiuto o peggio ancora una condanna rivolta alla sua persona e verso situazioni di vita di cui non ci si sente affatto colpevoli o comunque da cui non si può tornare indietro. Ora, la nuova prospettiva del papa sembra ribaltare le cose e dice che la comunione va data a tutti non perchè ogni tipo di vita sia giusta ma perchè tutti siamo peccatori e con la forza del nutrimento eucaristico ognuno può guarire dal suo peccato e fare il meglio che può nella sua vita secondo gli insegnamenti di Cristo. Quindi, fare la comunione non vorrebbe dire che siamo premiati perchè siamo parte dei buoni ma che riceviamo forza, ognuno di noi, per camminare verso il nostro modello che è Cristo. Questa prospettiva nuova non viene ancora pienamente compresa e recepita e noi preti siamo ancora messi nella terribile condizione di censori: a te sí e a te no. Ci sono invece diversi teologi ormai e preti che ormai affermano che la comunione non va negata a nessuno e che poi debba essere il singolo cristiano che debba decidere se vuole fare davvero un cammino di fede e dunque accostarsi oppure se non vuole e dunque rimanere tra i banchi. Negare la comunione eucaristica oggi suona come una grande ferita che noi preti infliggiamo nel cuore di tante persone che vivono giá delle situazioni sofferte e in questo senso è uno scandalo di cui noi siamo colpevoli. Invece è molto piú ricca di amore la nuova prospettiva che dá l’annuncio della Parola e dei sacramenti a tutti e contestualmente dice alla coscienza di ciascuno: “rifletti, valuta, prega e fai del tuo meglio per rassomigliare a Cristo”.

Don Dino d’Aloia

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