DOPO I “TAVOLI “ IL “FARE “.
Riceviamo e pubblichiamo
Caro Direttore, ho letto sulla Gazzetta di S.S. del 24 dicembre scorso gli articoli “Attivisti per San Severo “ e “Città civile “. Concordo sul progressivo e inarrestabile degrado della nostra Città, e sarei d’accordo anche sulla terapia consigliata : il “tavolo”, se poi si decidesse di alzarsi dal tavolo e si passasse ai fatti
Non ho motivi per dubitare che questa sia la volontà dei concittadini autori degli articoli summenzionati. E’ in considerazione della grave criticità che vive la nostra città se gli stessi arrivano a proporre un “tavolo permanente” su questioni come la sicurezza, il decoro e via dicendo.Mi piace pensare, e sono convinto, che i tavoli da loro invocati siano diversi da quelli cui siamo abituati a pensare : ripetitivi e sterili riti che lasciano le cose come stanno e servono solo a qualche politico di professione per mettersi in luce e acquisire visibilità.
Sono altrettanto convinto che anche per loro i “ tavoli “ debbano essere ispirati dall’etica del dovere, quello che induce al “fare “ per il bene comune. Si provi a contare in un certo lasso di tempo ( un giorno, una settimana, un mese …) quante volte si sente in voce o si legge sui media, la parola “ diritto “ e quante poche volte la parola “dovere “, e allora si comprenderà il perché del malessere di San Severo e non solo.
Tutti accampano diritti, pochi ricordano i doveri dimenticando l’insegnamento di G. Mazzini, “ … ogni diritto non può essere frutto che d’un dovere compiuto” ( “ I Doveri dell’uomo “ ).
Altra parola abusata in senso assolutorio, soprattutto da noi meridionali ( e so di attirarmi così gli strali dei neoborbonici ) è lo “ stato “ … assente “. Ma lo “stato” non è un’astrazione, ma qualcosa di concreto e, concretamente, ciascuno di noi è un pezzettino di “ stato “ . Lo “stato” siamo noi cittadini e, se lo ”stato” è assente, è perchè siamo noi che glielo permettiamo con la nostra …assenza.
Talvolta lo “stato”, per i “paladini “ dei diritti, è una mucca da mungere ( vedi le false pensioni di invalidità ), altre volte è lo “stato” che compera il consenso dei cittadini con regalie clientelari a danno della collettività.
Quando a Genova nel 1856 il Governo, per la festa dello Statuto, fece giungere la somma di L. 400 a favore degli ammalati e bisognosi delle Società operaie di mutuo soccorso d’ ispirazione mazziniana ( e quindi dichiaratamente di fede repubblicana ), la somma venne respinta al mittente perché contraria al principio fondante delle SMS : la mutualità.
Bella differenza tra i finti ciechi di oggi e i malati veri di allora, quando, oltretutto, non esisteva l’assistenza sanitaria pubblica e anche per seppellire i morti si ricorreva alla colletta dei soci !
Perché San Severo diventi una città più pulita civile vivibile … occorre l’opera di persone di buona volontà che, di concerto o MENO con le istituzioni ( quando sono … assenti ! ) diano l’esempio ai propri concittadini mettendo a disposizione della collettività braccia competenze e parte del loro tempo libero.
Siano benvenuti, dunque, i “tavoli” di concertazione per pianificare il da farsi, poi occorre alzarsi dai tavoli, rimboccarsi le maniche e sporcasi le mani per pulire San Severo.
Mi auguro di poter leggere presto sulla Gazzetta di San Severo un comunicato del tipo : “ La Società ………. convoca per domenica ……….. ore ………… in via-località ………… soci volontari per eseguire i seguenti lavori ……….. utili le seguenti professionalità ………e attrezzi …………..
NON PERDITEMPO !
Felice di poter essere : PRESENTE !
Alfonso Foschi Genova