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“Due fidanzati”: Inquinamento Atmosferico e Mobilità Elettrica

La correlazione tra elevati livelli di inquinamento e patologie di carattere fisico è un fenomeno ormai provato da diversi studi scientifici. Vi sono numerose evidenze epidemiologiche secondo cui un’esposizione a lungo termine ad elevate concentrazioni di inquinanti ambientali, aumenti il rischio di sviluppare nel tempo asma bronchiale; tuttavia i rischi dell’esposizione a un’aria contenente elevate concentrazioni di sostanze tossiche non si limitano solo a quest’ambito, ma riguarderebbero anche le performance di carattere intellettivo. In sostanza più respiriamo aria inquinata più potremmo danneggiare la nostra intelligenza.

Secondo quanto si ricava da uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Xin Zhang, Xi Chen, Xiaobo Zhang), l’impatto dell’inquinamento sull’intelligenza di un individuo potrebbe addirittura arrivare a tradursi in un fenomeno equivalente alla perdita di istruzione.

Gli studiosi – si spiega in un altro articolo, riportato dal Guardian (Impact of high levels of toxic air ‘is equivalent to having lost a year of education) hanno inoltre scoperto che maggiore era il tempo di esposizione alle sostanze inquinanti, maggiore era il danno subito. Nello specifico a essere più colpite erano le competenze linguistiche rispetto a quelle matematiche; inoltre gli uomini risultavano più esposti agli effetti deleteri dell’inquinamento sull’intelligenza rispetto alle donne.

Il traffico urbano è responsabile del rilascio di sostanze inquinanti?

Il traffico veicolare, ha effetti dannosi sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini, con dirette conseguenze sulla spesa sanitaria, dato che molte malattie respiratorie sono dovute proprio alle famigerate polveri sottili. Uno studio realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che a causa delle concentrazioni di particolato sottile superiori ai 20 μg/m3 muoiono oltre ottomila persone ogni anno. Uno dei principali responsabili dell’inquinamento da Pm10 è il traffico urbano: i trasporti stradali, infatti, producono più di un quarto del totale delle emissioni e la metà circa degli ossidi di azoto, del monossido di carbonio e del benzene presenti nell’aria delle città.

La mobilità sostebibile può contribuire a ridurre tali emissioni in città?

Non è un caso, dunque, che sempre più spesso si parli di automobili a basse o zero emissioni come di una possibile “svolta verde” nel campo della mobilità, sotto vari punti di vista. Una mobilità alternativa ed elettrica è pertanto una scelta necessaria per contrastare gli effetti nefasti dell’inquinamento atmosferico.

Quale piano di monitoraggio ambientale è stato attivato nella nostra città?

Le domande da porsi sono le seguenti:

  1. A San Severo quali sono le concentrazioni degli inquinanti aero dispersi?
  2. Vengono comunicati alla cittadinanza i dati delle emissioni residuali della centrale a Turbogas?
  3. Quali strategie sono state messe in atto dalla Pubblica Amministrazione ed in particolare dall’Assessorato all’Ambiente del Comune per ridurre lo smog, rifiuti e traffico automobilistico?
  4. Sono stati avviati dei percorsi di mobilità sostenibile?

Pertanto:

 

  1. Occorre, in primis, diffondere una cultura della mobilità sostenibile, a partire dalle scuole, promuovendo programmi di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, sensibilizzando le nuove generazioni sugli stili di mobilità. Esempi possono derivare da azioni a supporto della mobilità ciclabile e dalla realizzazione di isole pedonali delimitate da “polmoni verdi” che siano percorribili in bicicletta, a piedi o con veicoli elettrici.
  1. Occorre implementare, potenziare ed efficientare il servizio di trasporto pubblico (mediante un servizio di bus elettrici). I mezzi per la raccolta differenziata dovrebbero essere a minore impatto ambientale possibile (alimentati ad es. a metano o biometano, il cui decreto per la promozione del combustibile è stato firmato al ministero dello Sviluppo Economico), prevedendo l’installazione di una rete di colonnine di ricarica sia per auto che per biciclette elettriche (e-bike) in grado di disincentivare l’utilizzo dei mezzi privati in città.
  1. Occorre avviare iniziative e progetti ecosostenibili (ad es. Car e Bike Sharing, Smart District, Tetti Pubblici Verdi, Piani di qualita’ dell’aria, etc). Smart District, e’ un esempio di quartieri di circa 5-10.000 abitanti, che si auto-organizzano grazie ad appositi strumenti di comunicazione digitale, per portare avanti progetti di green economy. Per esempio la produzione di elettricità da pannelli fotovoltaici sui tetti del quartiere, accumulandola a livello di condominio o di distretto, e poi “ridistribuendola fra le abitazioni”.

L’auspicato cambio delle abitudini dei cittadini e l’affermazione di nuovi modelli di mobilità non sono una utopia e un impulso potranno darlo anche le amministrazioni comunali e le azioni e gli interventi per la mobilità casa-scuola e casa-lavoro del programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile gestito dal Ministero dell’Ambiente ed istituito dalla Legge 221/2015. (Gazzetta ufficiale 08/02/2019 n. 33 – Programma di incentivazione della mobilità urbana sostenibile).

Lo sviluppo sostenibile deve essere considerato un modello di sviluppo economico e sociale, e indica non solo la necessità di una produzione sostenibile rispetto alle risorse naturali disponibili, ma la sostenibilità nel tempo del benessere individuale e sociale, che coinvolge l’orientamento dei progressi tecnologici e anche i mutamenti istituzionali e sociali.

L’Ambiente viene inteso come habitat dell’uomo che, in quanto tale, deve essere considerato come un insieme di materie la cui tutela e valorizzazione vanno di pari passo con la qualità di vita del cittadino protagonista della sua salvaguardia.

Anche a San Severo e in altri comuni limitrofi, si possano attivare iniziative ambientali virtuose in grado di aumentare la sensibilità dei cittadini nei confronti dell’ambiente, incentivando la mobilità urbana sostenibile e creando anche nuove opportunità di lavoro derivanti da iniziative e progetti ambientali eco-sostenibili.   

 

Ivan Morlino – Ambientalista e consulente scientifico di Fare Ambiente

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