Comunicati

DUE OMICIDI IN CERCA DI AUTORI: L’OPINIONE PUBBLICA DI SAN SEVERO PRETENDE GIUSTIZIA, ORDINE E SICUREZZA

Il duplice omicidio dei coniugi NICOLA SALVATORE e ISABELLA ROTONDO è ancora l’argomento principe di questo periodo in cittá. Due barbare esecuzioni in perfetto stile mafioso, una mattanza feroce di due killer professionisti capaci di macellare due persone sparando in pochi secondi una quindicina di proiettili calibro 9, una pioggia di morte in un luogo inondato dai migliori profumi della vita. E una superstite ultrasettantenne che purtroppo non potrà essere utile alla ‘caccia all’uomo’ per identificare e trascinare in catene, si diceva una volta, queste belve davanti alla Giustizia. Ci sono al momento tanti dati certi (altri verranno fuori dall’ulteriore analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza del quartiere che ruota attorno al mercato alimentare rionale di Porta San Marco. I due killer sono arrivati su uno scooter (rubato?) e col volto travisato da due caschi. Hanno agito con molta disinvoltura e con una freddezza che non può che appartenere a professionisti che girano per ammazzare a pagamento. Lucidi oltre misura hanno prima eliminato la moglie con pochi colpi di pistola e poi hanno ammazzato senza pietà quello che era sicuramente il loro primo obiettivo, un personaggio non facile da addomesticare ma che sicuramente, a quell’ora e in quel luogo, di certo non si aspettava la visita dei suoi carnefici. Sta di fatto che i due omicidi in questione sono stati ritenuti tanto importanti dalla Giustizia da far confluire in pochi minuti auto di Polizia di Stato locale, Squadra Mobile della Questura di Foggia, locale Compagnia dell’Arma e, poco dopo, addirittura il Procuratore Capo del Tribunale di Foggia dr. GIUSEPPE VOLPE e il Sostituto di turno della Direzione Distrettuale Antimafia dr.ssa LIDIA GIORGIO. E immediatamente dopo, con l’apertura ufficiale delle indagini, la faccenda è stata posta soprattutto nelle mani della DDA e dei suoi qualificati meccanismi operativi. Le direzioni d’indagine sono varie ma due emergono prepotenti: una possibile vendetta per l’omicidio firmato ad ottobre 2016 dal figlio minorenne della coppia di coniugi giustiziata e/o un regolamento di conti nella guerra infinita tra clan di San Severo, di Foggia, del Gargano e di altre località contermini (infatti il nome dell’assassinato è apparso più di una volta in passato in importanti operazioni di polizia, tra cui la “Day before” sugli agganci di mafia foggiani-sanseveresi in modo particolare). Un primo passo importante di chi indaga e tenta di mettere la museruola agli assassini è stato quello di sottoporre più persone sospette allo STUB, il vecchio guanto di paraffina, un esame che, senza ombra di dubbio, scopre chi negli ultimi giorni ha avuto a che fare con armi e quindi con la polvere da sparo. Un discorso così complesso sul doppio omicidio di San Severo – non certo gli ultimi colpi di maglio di questa triste storia di efferata criminalità – può portare ad una richiesta massiccia di rinforzi per le Forze dell’Ordine di stanza nella nostra Città ma soprattutto nel distaccamento in pianta stabile da queste parti di uomini espertissimi dell’INTELLIGENCE DI POLIZIA, professionisti anticrimine capaci di scovare tresche delinquenziali, possibili attentati, operazioni luride che ruotano attorno alla droga e al resto del ricco campionario criminale prima che avvengano, al fine di prevenire e solo dopo di reprimere con spietata efficacia, possibilmente in maniera meno garantista del solito e, se necessario, ASSOLUTAMENTE GIUSTIZIALISTA, come meritano questi incalliti e irrecuperabili carnefici che percorrono le nostre strade portando morte ovunque, come i ‘colleghi malvagi’ che compongono le fila del più bieco terrorismo attuale. Questa è gente che capisce solo il linguaggio della violenza e che nessun Santo potrà mai redimere, come conferma la storia di decenni di crimini spietati in ogni parte del mondo. E San Severo, purtroppo, ha avuto la sventura di generare alcuni di questi ‘mostri’ travestiti da uomini, di autentici lupi travestiti da agnelli, che creano terrore e malaffare senza posa, ingenerando paura nel prossimo che vive da queste parti. In rappresentanza dell’opinione pubblica di questa terra, LA GAZZETTA DI SAN SEVERO dichiara la massima fiducia in chi per professione indaga e tenta di identificare e arrestare gli assassini di questo caso e di altri irrisolti del passato, remoto e recente. Chiede però senza esitazione alcuna di non dimenticare mai che la soluzione dei delitti più efferati riporta tra la gente quella tranquillità e serenità sociale che al momento, da queste parti, è un lontano ricordo.
LA REDAZIONE

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio