È uscito per Mondadori “La pelle di Milano” dell’autore sanseverese Antonio Stefano Adesso

Mercoledì 26 aprile è uscito per Mondadori “La pelle di Milano”. Quindici racconti ambientati in questa città: uno è scritto dall’autore 29enne Antonio Stefano Adesso, nato a San Severo, gli altri quattordici sono di altrettanti giovani autori e autrici che provano a fare quella cosa bellissima e difficilissima che è campare di scrittura.
In questo libro Milano viene venduta, sventrata, ammirata, aperta, richiusa, abbandonata, sognata: ci sono i giardini più antichi di Milano, quelli della Guastalla, che diventano un’entità a cui unirsi; c’è il Duomo di notte, quando lo si può avere tutto per sé, e uno studio sull’orbita circolare dei polli di Giannasio; c’è chi il sabato sera organizza pestaggi in streaming a Parco Lambro e chi prende l’ultimo treno da Monza per drogarsi tutta la notte a Lambrate; ci sono crisi d’identità tra le linee orizzontali di Bicocca, la ricerca di una storia tra i mercatini di Assago, e la metropolitana che ti espelle dritta nei magazzini della Rinascente; i locali di Porta Venezia, al cui “battesimo di fuoco nessun giovane omosessuale residente nella città meneghina può sottrarsi”; c’è una Milano arsa dal sole e senz’acqua, e ci sono persino le sue fogne, vendute a peso d’oro in un nuovo mercato immobiliare.
“E c’è il mio “Emotsunami”, che parla di due sconosciuti, un ragazzo e una ragazza, che si conoscono online e passano la notte insieme per fare la cosa più vecchia del mondo. Finché non succede una roba nuova, inaspettata. È una “one night stand con QR code”, come mi piaceva dire in giro un anno fa. È anche un po’ Narnia, se vogliamo, ma senza armadio, perché di spazio per l’armadio in un monolocale non ce n’è abbastanza.” – dichiara l’autore –
“L’ho scritto nell’arco di quaranta giorni l’estate scorsa, uscendo la sera tardi e andando in giro tra i Navigli, Tibaldi e Porta Lodovica con la musica nelle orecchie, mentre mia madre mi ripeteva di stare attento. “E se ti aggrediscono?”, diceva, e io nella mia testa pensavo che forse avevo bisogno proprio di quello. Di sentirmi vulnerabile. Di scrivere, insomma, come se Milano potesse aggredirmi da un momento all’altro.
Sono arrivato in questa città nel 2017, per studiare marketing. Prima di trasferirmi avevo scritto un solo racconto, e poi mi ero dedicato ad altro. Non avevo mai pensato di fare lo scrittore. Vivere qui invece mi ha fatto capire quanto l’arte fosse qualcosa di possibile: attorno a me la gente girava film, suonava, si dedicava alla fotografia.” – continua Antonio Stefano Adesso –
“Milano è una città difficile: senti che potrebbe cacciarti da un momento all’altro, non sai mai se sei abbastanza, e forse proprio per questo vuoi farne parte. Per dimostrare qualcosa. Questo ti spinge a dare tanto. Se alla lunga questo tanto diventerà troppo non lo so ancora. Nel frattempo, però, un racconto glielo dovevo.
Vorrei dire che è stato difficile, che ci sono stati alti e bassi e tutte quelle cose che si dicono quando arriva il momento di tirare le somme. Ma la verità è che mi sono solo divertito un casino, e spero di poterlo rifare per tutta la vita.
Grazie a chiunque darà una possibilità a questo libro.” conclude il giovane autore Antonio Stefano Adesso
