Cultura

EMOZIONI IN UN DIARIO: “Il segreto del gelso bianco”

Rubrica SOCIETA’&DINTORNI

Spesso si organizzano incontri con gli autori per capire davvero quello che vogliono esprimere attraverso le loro creazioni, le loro opere. In questo modo ci si lega a loro grazie ad un confronto/incontro diretto tale da comprenderne bene le intenzioni artistiche e culturali. Nel mio caso ho conosciuto Antonella a scuola, all’inizio come una collega con cui ho collaborato, poi come una vera e particolare scrittrice che affronta col cuore e con le parole, le difficoltà che ogni donna vive quotidianamente. Impegnata anche nel teatro, Antonella Caprio è nata a Torino dove vive ed esercita la professione di insegnante. Per il cinema ha scritto, insieme agli autori Donatella Sasso e Luca Brunetti, la sceneggiatura del cortometraggio “L’ora di lezione” liberamente tratta dal libro omonimo di Massimo Recalcati (Einaudi). Sono andate in scena le sue opere teatrali “Al fondo di un bicchiere” (tributo a Fred Buscaglione), “Questa storia sbagliata “(testo sul femminicidio) insignito di Medaglia d’Argento al Merito Civile e “Io, tu, lui, l’altra”. Coautrice dell’antologia “Inchiostrodipuglia” (Caracò Editore). E’ l’autrice insieme al fratello Franco, del romanzo Il segreto del gelso bianco (già vincitore del Premio Letterario Nazionale “LibriaMola” 2010, del Premio Letterario Nazionale“Via PO” 2011, Vincitore dell’ Oscar “PugliaLibre” – Miglior romanzo 2010), un delicato racconto familiare affidato alle pagine di un diario, ripercorso attraverso emozioni ed ambienti diversi, in cui ad emergere sarà il vissuto familiare e le memorie odorose e dolorose. Il racconto narrato in terza persona e con nomi diversi dai veri protagonisti, si srotola in un infittirsi di ricordi e storie che attraversano il XX secolo di una Puglia rurale, quella della Murgia, quella dove la «terra» è al centro del mondo, e spesso costringe a vissuti e segreti tristi. Come quello di Marianna, la bambina, poi donna e madre, vittima di una violenza all’alba di un giorno come tanti, durante la Seconda Guerra Mondiale, che affida il suo insopportabile segreto al gelso bianco davanti casa sua. Ma Il segreto del gelso bianco (Besa Editore, 2010)non è solo la storia di una famiglia, ma è anche una storia meridionale: Merignano, paese creato dalla fantasia degli autori, rispecchia allo stesso la tipicità del paese del Sud agli inizi del ‘900 e gli effetti  della modernità in esso. A fare da sfondo al racconto familiare la «voglia d’America», i meridionali partiti con le loro valigie di cartone alla ricerca del sogno di una vita migliore, o forse, solo con la malcelata volontà di sfuggire a doveri e responsabilità. Ed è proprio Federico Di Lauro, capostipite di questa saga familiare che si arricchirà di tantissimi e non secondari personaggi con l’incalzare della narrazione per dare forma ai vissuti e alle emozioni dolci amare. Dove è facile riconoscere  modi di fare e di pensare, impregnati della saggezza antica dei nostri nonni, che poi si comprendono sempre da grandi, oltre alle maldicenze, superstizioni, solidarietà che legano tra loro parenti e appartenenti alla stessa comunità. Il segreto del gelso bianco è la storia di una famiglia che si intreccia con la storia meridionale: quelll’emigrazione, dell’integrazione sociale, e soprattutto del desiderio di ricchezza e di riscatto. La lettura scorre veloce e coinvolge il lettore in una rappresentazione di vita familiare che in qualche modo, in altri ambienti o mondi, riguarda anche quello della sua famiglia. Arguto e incisivo l’escamotage  linguistico degli autori di accostare allo stile letterario italiano il dialetto popolare, senza scantonare nell’incomprensione del  gergo stretto, proprio per dar voce alla tragicomica rustica sfera familiare dei Di Lauro. Lasciando all’immaginario e alle suggestioni del lettore le stesse evocazioni, nelle stesse memorie di altre storie, di altre famiglie, racchiusi in cent’anni di storia italiana.“ Rosa si alzò ed entrò in casa per mettere a cuocere le fave nella pignatta, ignorando quello che la figlia le stava dicendo. Marianna restò sola. Si avvicinò al grande gelso bianco e lo abbracciò. E a lui raccontò la storia. Confidò il segreto. Il segreto che portava dentro di sé e che non avrebbe mai più ripetuto”. 

ELISABETTA LEONE

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