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Esiste una questione meridionale anche in sanità ?

Ho visto dei manifesti affissi sui muri cittadini dove a chiare lettere era scritto che il nostro ospedale è salvo e di questo sono contento e lo dico senza retorica.
la soppressione o declassamento dell’ospedale avrebbe decurtato drasticamente l’erogazione delle prestazione sanitarie nei nostri territori già carenti. E proprio per questa carenza di prestazione e strutture sanitarie che qualche settimana fa l’ordine dei medici di Bari e Napoli hanno pubblicato un manifesto che raffigura una donna completamente calva con a fianco una scritta
“ho un tumore.In Norvegia sopravviverei di più.”
E’ sicuramente un messaggio forte che gli ordini hanno voluto trasmettere ai cittadini per sollevare una questione che ha mio giudizio non e del tutto infondata.
E ormai arcinoto che nei paesi dove si investe di più in sanità si sopravvive di più al cancro e non solo.
Sappiamo che l’Italia purtroppo investe poco in sanità rispetto agli altri stati europei ma dobbiamo constatare con amarezza che le regioni meridionali sono costantemente sottofinanziate rispetto alle regioni del nord.
Per chiarire meglio la questione necessariamente bisogna guardare alcuni dati.
Lo studio EUROCARE 5 (the Lancet oncology 5 dicembre 2015)che analizza i dati di sopravvivenza ai tumori stima un tasso del 60% circa nel nord europa, del 58% nel centro europa e del 54% nel sud europa mentre a livello ancora più basso si posiziona l’est europa con un tasso del 45%.
questi dati sono correlati direttamente agli investimenti che i rispettivi paesi fanno in sanità infatti nei Paesi Bassi si investe l’11,8 % del PIL,in Danimarca i l1,7%, in Germania 11,3%, in Austria 11,1%, in Spagna 9,4% in Inghilterra il 9,3, in Grecia il 9,2, in Italia il 9,1 (dati OCSE)
Siamo al 19° posto per spesa pro capite (3075$ contro i 4593$ dell’austria e 4121$ della francia e 4650$ della germania (dati OCSE in dollari).
Ma se questo è lo scenario europeo dove nonostante tutto il definanziamento riusciamo a essere un sistema sufficiente la sanità in italia vi sono gravi disparità di trattamento regionale e gravissime diseguaglianze sociali .
Qualche esempio per chiarire : l’Emila Romagna spende per la sanità 8,7 miliardi di euro mentre la puglia 7,1 eppure hanno pressappoco la stessa popolazione, il Piemonte spende 8,2 miliardi e ha una popolazionedi pochissimo piu grande della nostra (dati AGENAS)e ancora la nostra regione nel corso degli ultimi tre anni ha perso il 6% del personale a causa del blocco del turn-over ; la Puglia aveva 89,6 unita di personale per diecimila abitanti mentre in Emilia-Romagna 135,5 e 135,4 in Toscana (dati ISTAT 2012) per essere ancora più precisi mentre in puglia vi sono 15,4 medici per diecimila abitanti in Emilia 19,6 e 22,4 in Toscana e la cosa non migliora se guardiamo i posti letto per l’assistenza residenziale ogni diecimila abitanti mentre in Puglia ve ne erano 16,8 in Toscana 39,9 e 47,9 in Emilia
Questa diseguaglianza territoriale nell’accesso al diritto alla salute e certificata anche dalla corte dei conti che così recita”la fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale”(relazione 2014)
La questione meridionale in sanità sollevata dagli ordini dei medici di Bari e Napoli trova ulteriore conferma se si analizzano i dati della mobilità sanitaria da cui si evince chiaramente che moltissimi cittadini meridionali si fanno curare negli ospedali del nord per cui un ulteriore flusso di risorse viene destinato al nord impoverendo ancora di più il finanziamento delle regioni meridionali.
E a proposito di questo va dato merito ai medici e al personale sanitario delle nostre strutture che anche in situazioni di disagio come quelle che stiamo vivendo continuano ad operare con grande professionalità e dedizione cercando di mitigare per quanto possibile il divario di risorse esistente.
A tutto questo vanno aggiungiunti i tagli che il governo sta attuando sia con l’ultimo decreto sull’appropiatezza sia con ulteriore diminuzione del fondo sanitario nazionale .
Con il primo si va ad incidere direttamente sulle prestazioni erogate, il decreto infatti “ razionalizza” ma di fatto taglia 203 prestazioni sanitarie generando una discriminazione odiosa fra i cittadini poiché chi potrà permetterselo potrà pagarsi le prestazioni e curarsi mentre le fasce più deboli verrano abbandonate a se stessa e come sappiamo tutti le percentuali di poveri presenti al sud e notevolmente superiore al nord, con la seconda contravvenendo al patto della salute siglato il 10 luglio 2014 che prevedeva stanziamenti per il fondo sanitario nazionale
Rispettivamente di 112,062 milioni di euro per il 2015 e 115,444 milioni di euro per il 2016 il governo con il DL 78/2015 e la legge di stabilità rideterminava diminuendo il finanziamento in 109,710 e 111,000 milioni e come possiamo facilmente immaginare il sud sarà ulteriormente impoverito .
I cittadini del sud devono prendere contezza che esiste una questione meridionale nella sanità e la classe politica e dirigente dei nostri territori non deve accontentarsi di salvare l’esistente ma devono battersi per avere una sanità equa, giusta e solidale su tutto il territorio nazionale.
Ricordo per chi lo avesse dimenticato che la costituzione all’art 3 dispone che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini.
Francesco Florio

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