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EXTRACOMUNITARI “ DAL PARASSITISMO AL VANTAGGIO SOCIALE “

La presenza stanziale degli extracomunitari nel nostro ambito cittadino e comunale nel senso più esteso dal punto di vista territoriale pone problemi di ordine etico- morale, socio-ambientale, di ordine pubblico e di integrazione.   Ognuno di questi aspetti è visto dai singoli cittadini con reazioni  prevalentemente di tipo emotivo più o meno differenziato in rapporto al proprio vissuto ed al proprio bagaglio culturale. In generale prevalgono paure, imprecisate figlie della diffidenza, della non conoscenza e dello strisciante razzismo. Su quest’ ultimo è innegabile il vento antisociale di certa parte politica nazionale.

Fermo restando che le persone e sottolineo persone extracomunitarie sono tra noi e con noi, ritengo doveroso, senza preconcetti pretestuosi ed ostativi, chiederci quale può essere la soluzione migliore a vantaggio della nostra comunità cittadina. Cioè come riconvertire ed ottimizzare un costo sociale in presenza vantaggiosa per la comunità. Sì, perché il costo è reale e quantificabile. E sappiamo tutti che è gestito da strutture cooperativistiche che, spero, garantiscano al meglio il rispetto della persona e buona fornitura dei servizi secondo contratto.

Ma voglio soprattutto interrogarmi ed interrogarci su quali mansioni e quali servizi possano essere attribuiti e svolti dagli extracomunitari nella città.

La prima possibilità è la cura del verde pubblico. Le nostre aeree verdi, ad una poco attenta e sommaria vista, sono realmente desolanti. Forse anche gli amministratori le vedono e passano oltre distrattamente perché giustamente c’è ben altro a cui pensare. E poi l’estate, si sa, brucia tutto. E le piazze centrali sporche ? In questo caso si aspetta la pioggia. Ma torno agli extracomunitari. Io sono sicuro che il loro impiego sistematico ed ordinato possa ripulire il verde pubblico e soprattutto migliorarlo ed abbellirlo. Sempre secondo il concetto formativo che il bello ed il curato indce ripetto ed educazione .

Altra possibilità è utilizzarli come forza accessoria dell’igiene pubblica. Non vi sembra possibile creare una forza- lavoro da strutturare su precise indicazioni organizzative comunali prevedendo dettagliati carichi di lavoro e metodici controlli. Ne vogliamo parlare, cari amministratori, e soprattutto smettere col parolaio e concretizzare fatti.

Infine diventando, gli extracomunitari, imprenditori di se stessi Essi potrebbero promuovere occasioni di eventi specifici ed inerenti alla loro cultura. Secondo un efficace coordinamento e supporto solidaristico cttadino. Ed io penso al mio amico dott. Hammad che è delegato dal Sindaco per questo ambito, Si potrebbero organizzare eventi di comunicazione e confronto finalizzati alla conoscenza dell’altro. Ricordandoci che non vi può essere né inclusione né tanto meno integrazione senza conoscenza. E l’integrazione è foriera di pace sociale. Mi piace pensare anche agli aspetti culinari propri delle loro tradizioni. Certamente includendo anche le loro competenze artigianali e manufattoriere.

Diamo loro, dal canto nostro,possibilità di istruzione e scuola-formazione di mestieri di cui la nostra comunità cittadina continua ad essere caremte.

In qualunque posto del mondo queste persone porteranno la loro acquisita competenza.

Si esporta no valori, rispetto e formazione professionale e mai la guerra !

Mi rendo perfettamente conto che tali soluzioni possano sembrare semplicistiche ma quanto scritto vuole essere un improcrastinabile mio invito a riflettere in modo concreto e fattibile sullo spinoso problema di questi nostri ospiti con la speranza che non sia più percepito come condizione di disagio, d’lintolleranza, di  insicurezza sociale. Anzi un possibile guadagno di integrazione e di ivilta’.

A cominciare da me smettiamo di ritenerle persone trasparenti o guardarle in modo infastidito. Noi abbiamo la nostra storia, i nostri valori,la nostra cultura che nessuno mai ci può portar via ma arricchirla è possibile anche grazie a loro mettendo da parte preconcetti e paure,

Eriguardo alle possibili altre opportunità di integrazione ne possiamo ancora dibattere in un prossimo evento da organizzare con Lberal., associazione alla quale appartengo e spero essa possa essere “luogo di idee e di proposizione” per chi ha voglia d’impegnarsi per la nostra città.

San Severo 30/09//2017

                                                                                                    Dott. Felice Biccari

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