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Fece esplodere l’auto di un finanziere: arrestata l’ex moglie. Due sanseveresi nei guai, Franco di Pierno e Ciro Caliendo

(fonte Corriere del Mezzogiorno)

Ordinanza di custodia cautelare per tre indagati, tra i quali l’ex compagna della vittima, un Ufficiale Superiore della Guardia di Finanza, che uscì miracolosamente illeso dall’attentato, avvenuto a Bacoli il 21 marzo del 2023

Pur di ottenere l’affidamento del figlio sarebbe stata pronta a tutto. Anche a ingaggiare un sicario e a commissionargli l’assassinio dell’ex compagno, G. A., un ufficiale della guarda di finanza. Quello che, il 21 marzo dello scorso anno, ne è venuto fuori è stato un attentato dalle conseguenze potenzialmente devastanti e che solo per un puro caso non si sono verificate. Dopo la cattura dell’esecutore materiale del raid, il foggiano Franco Di Pierno, questa mattina i carabinieri hanno definitivamente chiuso il cerchio delle indagini. In manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono infatti finiti la mandante dell’attentato dinamitardo, Viviana Pagliarone, 39enne originaria di Roma, Giovanni Di Stefano, 32 anni, e Ciro Salvatore Caliendo, 46enne della provincia di Foggia.

Sarebbe dunque l’ex moglie la mandante dell’attentato avvenuto a Bacoli. Nell’ambito dell’attività di indagine coordinata dalla procura partenopea, i carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione questa mattina a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale partenopeo, nei confronti di altre tre persone, tutte accusate, a vario titolo, di fabbricazione di ordigno esplosivo – il cui peso è stato stimato dagli artificieri in circa un chilo – e concorso in tentato omicidio pluriaggravato ai danni di un ufficiale superiore della guardia di finanza, avvenuto a Bacoli il 21 marzo 2023. Dalle risultanze investigative è emerso che l’autore materiale del delitto, già arrestato il 16 ottobre dello scorso anno dai militari del nucleo Investigativo, abbia agito su mandato dell’ex compagna dell’ufficiale, che a sua volta ha potuto contare sul contributo materiale di altri due soggetti per il confezionamento dell’ordigno artigianale poi impiegato per il grave attentato dinamitardo.

Le indagini condotte dai militari dell’Arma avevano imboccato la pista del regolamento di conti di tipo familiare già all’indomani della cattura di Di Pierno. In particolare nel corso di un esame in cui ha reso «dichiarazioni confuse e in parte reticenti e contraddittorie», il bombarolo ha dichiarato che Viviana Pagliarone, che aveva in precedenza conosciuto nello studio del proprio avvocato, «gli aveva chiesto di intervenire “con le buone o con le cattive” per indurre il suo ex compagno a più miti consigli nella gestione della procedura di affidamento del loro figlio minore». La donna, pronta a tutto pur di raggiungere l’obiettivo, gli avrebbe addirittura chiesto «di rivolgersi all’ambiente malavitoso di San Severo», ma lui aveva deciso svolgere “il lavoro” in prima persona, recandosi a Bacoli.

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