Finalmente la biblioteca economico-giuridica a San Severo.
Da tempo dovevamo testimoniare il nostro entusiasmo per la definitiva, positiva, soluzione di questo problema e invece assistiamo al proliferare di manifestazioni di spregio di questo atto di indirizzo, per motivi che non paiono abbastanza chiari. Abbiamo appreso dai giornali che l’Amministrazione Comunale, con la Delibera di Giunta n. 41 del 13 febbraio u.s., ha inteso onorare un impegno, già preso dalla precedente Amministrazione, indirizzando l’affidamento dell’edificio in via di completamento (finalmente) situato su C.so A. D’Aosta alla Fondazione Felice Chirò; potevamo pensare che, dopo diversi anni, si sarebbe tornati ad usufruire di un servizio che per tanto tempo ha dato lustro alla città, con ritorni sia di visibilità territoriale che di utile strumento di studio e ricerca per i tanti studenti e cultori della materia. E invece no. Da fantomatici movimenti politici, ad associazioni “Culturali” di vario genere si assiste quasi quotidianamente ad appelli, più o meno accorati e più o meno disinteressati, volti a far “rimangiare” il deliberato. Appare alquanto strano che la maggior parte delle Associazioni, abbiano preso una posizione quanto meno discutibile in merito, mentre da nessuna parte si leva una voce di sostegno per quello che l’Amministrazione ha deciso di fare. Quello che a noi sembra una opportunità per “questi” è una catastrofe.
Analizzando i fatti, possiamo riassumere la vicenda, per come la vediamo noi, in questi termini:
‐ tralasciamo i vecchi accordi che prevedevano la concessione in comodato gratuito per novantanove anni alla BancApulia di un edificio da destinare a biblioteca economicogiuridica;
‐ Bancapulia già dal 2003-2004, in attesa del completamento del fabbricato in cui avrebbe dovuto svolgere la sua attività di divulgazione, ha aperto la biblioteca economico-giuridica Felice Chirò, in locali in affitto su Corso A. Gramsci;
‐ per lungo tempo la biblioteca ha fornito GRATUITAMENTE, a tutti gli interessati, un servizio altamente qualificato, altrimenti non presente nella città e nel circondario;
‐ tutti parlano della “gloriosa” biblioteca Minuziano, ma questi “tutti” dov’erano, quando si sono sperperati milioni di Euro per Restaurare un “Mausoleo”, con tanto di inutile scalinata che porta al nulla e che doveva essere sede della biblioteca ed invece, alla fine, si è scoperto che non poteva sopportare il peso dei libri. Una biblioteca che non può contenere libri! NESSUNO HA PARLATO.
‐ vediamo in giro come si spendono i soldi pubblici, i nostri: strutture più volte sistemate e più volte vandalizzate per la mancanza di destinazione e di utilizzo, oppure strutture risistemate, sempre con soldi nostri, abbandonate a se stesse. NESSUNO VEDE.
‐ qualcuno dice che è un interesse e un dovere primario, ecc. quello di una pubblica amministrazione di assicurare un servizio pubblico; ma un servizio pubblico può essere fornito anche da una Fondazione o no? O forse il servizio pubblico è solo quello dove vengono impiegati lavoratori di cooperative? O qualcuno pensa che un servizio erogato dal “Pubblico” sia più qualificato di uno offerto da un privato, SEMPRE IN MANIERA DEL TUTTO GRATUITA? Quello che noi pensiamo e che auspichiamo e che la biblioteca economica-giuridica, torni ad offrire il suo servizio gratuito alla città e non solo a questa e che, nel contempo, si trovi una degna collocazione per il patrimonio librario della Biblioteca Comunale Minuziano. Il numero di volumi della Biblioteca Minuziano sono in numero pari all’incirca (secondo quanto asserito dall’Assessore alla Cultura Iacovino) a 104.000, oltre all’Archivio Storico e Archivio Comunale (Atti dal 1718 al 1989), all’Archivio Fotografico ed all’Emeroteca dal 1885 ad oggi. Qualcuno ha un’idea di quanti volumi potrebbero entrare nella eventuale sede di C.so A. D’Aosta? Si. No. Circa la metà; l’altra continuiamo a lasciarla dove si trova, con buona pace degli estimatori della “Cultura”. Oppure troviamo un’altra collocazione in maniera da avere una Biblioteca Comunale “dispersa” in tre sedi. Perché non si colloca la Biblioteca Minuziano nella palazzina Liberty del vecchio mercato? Il piano seminterrato offrirebbe lo spazio necessario per il deposito del materiale ed il piano superiore quelli necessari alla consultazione ecc.. I Cultori della “Cultura” non ci hanno pensato? Nel “Mausoleo”, di recente ristrutturato, potrebbero trovare la giusta allocazione le iniziative previste dal progetto Cummunity Library, con materiale audiovisivo e digitalizzato. Il tutto sperando che la Fondazione Felice Chirò non faccia Lei retromarcia, visto l’”Amore” che i concittadini le stanno dimostrando ed a fronte di un impegno economico che, inizialmente prevede “solo” le spese di arredamento e di trasloco dell’ingente quantitativo di libri, per continuare con le spese di gestione (personale, utenze e manutenzione che sembrano aggirarsi, per la Biblioteca Minuziano, intorno ai 140.000 Euro/anno).
Legambiente Renato Regina