Flammia: “il defibrillatore è chiuso con il lucchetto. In caso di necessità a chi si chiede la chiave?”

È notizia di venerdì quella dell’installazione ad opera dell’Amministrazione Comunale del primo dei dieci defibrillatori previsti dal progetto “San Severo Città Cardioprotetta”, lanciato dalla CRI-Delegazione di San Severo e Torremaggiore, dal CSV Foggia e dall’APS La Strada dei Sapori.
Iniziativa lodevole che punta ad offrire alla popolazione sanseverese un servizio di primaria importanza, volto a svolgere l’importantissimo compito di salvare vite umane scongiurando morti per arresto cardiaco. Affinché questi importantissimi dispositivi siano efficaci nel loro lavoro occorre però che siano, come la Legge 116/2021 prevede, accessibili al pubblico 24 ore su 24.
Mi piacerebbe ora che l’Assessora Mariella Romano, che venerdì in piazza Municipio ha scoperto la teca contenente il primo defibrillatore, come possa un cittadino accedere repentinamente all’uso del dispositivo se la teca che lo contiene è perennemente chiusa da un lucchetto? Non sarebbe stato meglio pensare ad un’apertura in zama nichelata o meglio ancora a molla, come avviene in ogni altra parte del mondo?
Dev’essere chiaro che la pronta accessibilità è il punto fondamentale perché un defibrillatore sia veramente utile. Di fronte ad un infartuato è possibile intervenire soltanto in una finestra di pochissimi minuti e perciò non bisogna assolutamente perdere tempo nel capire chi e come possa aprire la teca contenente il defibrillatore.
Inoltre, sempre a norma della citata legge, sarebbe opportuno segnalare in maniera più evidente il dispositivo perché la segnalazione ad ora esistente risulta essere assolutamente insufficiente, se non invisibile.
Infine voglio ben sperare che sia stato rispettato l’obbligo di comunicazione alla centrale operativa del 118 dell’esatta dislocazione del defibrillatore, avendo anche intenzione magari di assicurare un collegamento diretto tra il dispositivo ed i soccorsi attivabile ad ogni utilizzo, sempre per la logica del “tempo è denaro” di cui dicevo prima.
Mi rendo conto però di chiedere troppo a chi dell’approssimazione e dell’improvvisazione ha fatto la sua bandiera. La speranza è che almeno adeguino la teca alla normativa vigente, la segnalino adeguatamente e mettano via quell’osceno lucchetto posto tra la vita e la morte di qualche possibile sfortunato.
Marco Flammia – Consigliere Comunale
