Cronaca

Foggia, estorsione e spari a D’Angelo: cinque arresti

Pretendevano 80mila euro vantando un credito del tutto inesistente. E per sostenere il loro ‘diritto’, la mattina del 3 settembre si sono presentati a casa della vittima, pregiudicato e titolare di un autoparco, aggredendo quest’ultima con calci e pugni, ed esplodendo numerosi colpi di pistola contro la sua abitazione, uccidendo anche il cane da guardia.
la ricostruzione in merito alla sparatoria avvenuta nei pressi dell’autoparco della Statale 16 di Vincenzo D’Angelo, poco fuori il centro abitato di Foggia. Per il fatto, la polizia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura di Foggia nei confronti di cinque soggetti, ritenuti tutti noti pregiudicati della Società Foggiana, mentre una sesta persona è attivamente ricercata.
Si tratta di Rodolfo Bruno di 37 anni (ritenuto vicino al clan dei Moretti-Pellegrino), di Antonio Salvatore di 25 anni e di Alessandro Aprile (ritenuto, invece, vicino al clan dei Sinesi-Francavilla), foggiano di 32 anni, tutti destinatari della misura cautelare in carcere. Un’altra persona, sempre foggiana, risulta irreperibile. Hanno ottenuto, invece, gli arresti domiciliari, Christian Malavolta, 41 anni, e Luigi Di Gennaro, 55enne di Torremaggiore titolare di un’azienda di smaltimento rifiuti ad Ascoli Piceno.

Le indagini sono partite proprio dalla sparatoria messa a segno alla periferia della città. Andando a ritroso, l’attività di polizia coordinata dalla Procura ha ricostruito che la sera del 3 settembre, Malavolta e Di Gennaro, insieme ad altri tre soggetti tra cui la persona ancora ricercata, si sono presentati dal titolare dell’attività pretendendo 80mila euro sulla base di un presunto credito vantato dal padre di Malavolta (ormai deceduto) con il quale la vittima aveva collaborato in passato.
Al termine dell’incontro, minacciarono di morte l’uomo mimandone con le mani il gesto. Viste le resistenze della vittima, meno di un’ora dopo i malviventi sono passati alle vie di fatto: a varcare i cancelli dell’autoparco sono stati personaggi noti, ritenuti elementi della mafia foggiana come appunto Aprile e Bruno, appartenenti a due distinte batterie criminali della ‘Società’, evidentemente pronte a collaborare su richiesta nonostante gli scontri in atto.
A quel punto il gesto di minaccia si è tramutato in fatti: la vittima è stata aggredita con calci e pugni davanti alla moglie e ai figli dello stesso. Coinvolto nel pestaggio anche uno zio della vittima lì presente. Poi, sfuggito ai malviventi, l’uomo è riuscito a rifugiarsi in casa, contro la quale i componenti del gruppo criminale hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco, uccidendo il cane da guardia. Poi – verosimilmente anche a causa della risposta del titolare della concessionaria, armato di pistola a salve – hanno abbandonato l’autoparco.
Fondamentale per il buon esito delle indagini è stata la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza. Individuato e ricercato il sesto soggetto destinatario di misura cautelare. Durante le indagini è emerso che la vittima aveva realmente avuto un rapporto lavorativo con il padre di Malavolta (ormai deceduto): i due si erano occupati della compravendita di auto all’estero, ma dalle carte non risulta alcun credito vantato a favore né dell’uno, né dell’altro.

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