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Frode 52 milioni di euro: il Tribunale del Riesame annulla i sequestri a carico degli indagati

Il Tribunale del Riesame di Potenza ha annullato le misure cautelari e il sequestro di beni per un valore complessivo di 52 milioni di euro, che erano stati imposti a venti tra persone fisiche e giuridiche coinvolte in una vasta indagine della Guardia di Finanza. La presunta frode, secondo l’accusa, consisteva nell’emissione di fatture false per operazioni inesistenti – in particolare per servizi di trasporto, facchinaggio e cessioni di prodotti alimentari come pane e pasticceria – con un valore complessivo di circa 52 milioni di euro.

La frode coinvolgeva principalmente aziende situate nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani (BAT), alcune operanti anche a San Severo. La contestazione riguardava il fatto che tali fatture permettevano di ottenere un risparmio d’imposta di circa 15,5 milioni di euro attraverso operazioni fittizie e irregolarità nei pagamenti, servendosi del baratto.

Tra i reati contestati, a vario titolo, vi sono quello di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili, omesso versamento di Iva del D.Lgs. 74/2000.

Le difese hanno criticato il metodo usato per calcolare il profitto confiscabile e hanno sottolineato l’assenza di prove concrete sui collegamenti degli indagati con la frode fiscale. Inoltre, le tre società lucane, che avrebbero emesso le fatture false, non avevano né personale né mezzi adeguati per svolgere le operazioni indicate. Il Riesame ha accolto queste argomentazioni, revocando il sequestro e le misure cautelari.

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