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Gerusalemme è tra noi: la suggestiva Cerimonia di Investitura

Gerusalemme è tra noi: la suggestiva Cerimonia di Investitura tenutasi la scorsa domenica, 15 novembre, a Bari, nella Cattedrale di San Sabino.

Cavalieri e Dame della Luogotenenza dell’Italia Meridionale Adriatica, al cospetto (storico)delCardinaleO’Brien,GranMaestrodell’OrdineEquestredelSantoSepolcrodiGerusalemme.

Il grande giornalista Indro Montanelli ebbe a scrivere e a ribadire, più di una volta, come “chi ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”. Negli ultimi giorni questa frase acquisisce uno speciale significato. L’avvicinarsi di dicembre, il mese della Natività e delle feste natalizie, l’odissea epocale e biblica degli sbarchi dei profughi siriani sulle coste europee, i recenti e sanguinosi attentati in Francia, il riaprirsi dell’intifada in Palestina, sembrano volerci richiamare alle nostre comuni radici. Strapparci alla quotidianità e radicarci lì. Le nostre comuni radici (cristiane)sono in Terra Santa. Sono a Gerusalemme. E un pezzo di Gerusalemme vive nelle nostre comunità. Tra noi.Smarrire questi concetti, vuol dire perdere noi stessi. Non solo, l’anno del Giubileo Straordinario della Misericordia ci ammonisce a vivere con rinnovata forza d’impeto la chiamata di cristiani. E l’essere tali, passa per i luoghi del Cristo e l’aiuto alle sue genti. Questo, quanto si riviveva la scorsa domenica a Bari, nello scrigno romanico della Cattedrale di San Sabino, nelle parole suggestive e toccanti dell’omelia di Sua Eminenza Edwin Frederick O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.Le insegne, il Mantello, la Spada e gli Speroni, antichi simboli trasposti in gesti, in opere, comportamenti e valori in cui si racchiudono intere esistenze di uomini e donne che si prodigano per gli altri e, soprattutto, per la terra di Gesù. Gesti, simboli, che motivavano decine di uomini e donne, della Capitanata e dell’intera Puglia, a farsi una moltitudine di centinaia di individui che il 15 novembre vivevano e consumavano un antico rito, immerso in oltre 900 anni di storia: la suggestivaCerimonia di Investitura. Che nei secoli si è replicata, facendo “sorgere” nuovi cavalieri e dame. Nello specifico, della Luogotenenza per l’Italia Meridionale Adriatica, retta dal Cav. Gr. Cr.Rocco Saltino. Affermato commercialista barese, Saltino è il più insigne rappresentantedell’O.E.S.S.G. in Puglia. La solenne celebrazione eucaristica,presieduta dal Cardinale O’Brian, è stata concelebrata dall’ Arcivescovo Metropolita di Bari – Bitonto, mons. Francesco Cacucci, Grand’Ufficiale dell’Ordine, Gran Priore della Luogotenenza. Una giornata storica. Un evento che resterà nella memoria. Una presenza eccezionale quella di Edwin Frederick O’Brien, CardinaleGran Maestro dell’Ordine. Per la prima volta nelle Puglie. Una vita da film la sua, che si trasmette nello sguardo intelligente e introspettivo, da uomo di grande portamento e fierezza: “Dal Bronx a West Point, dal seminario al Vietnam, prete in trincea accanto ai soldati – così lo descrivono dal Vaticano – dalla sede primaziale della nazione americana, Baltimore, all’istituzione vaticana che sostiene i cristiani in Terra Santa, passando più volte per Roma come studente e Rettore di collegio”. Ed ecco che oltre 900 anni di storia tornano ad essere tangibili, concreti. Attimi che domenica scorsa si sono respirati e, quindi, vissuti. Così, tornano adesistere e adammonire nel momento storico che stiamo vivendo. Oltre 900 anni di fede, racchiusi in un solo giorno: l’impegno cristiano verso la Terra Santa, i luoghi, soprattutto le genti di Gesù, gli obblighi cavallereschi sotto il motto “Deus lo vult, Dio lo vuole”, fatto di ideali e valori che affondano nella Prima Crociata. Nella presa di Gerusalemme del 1099, in quel nobile francese da cui l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro mutua le proprie insegne, Goffredo di Buglione, “il gran capitano”, che affidava proprio la custodia del Santo Sepolcro – racconta la tradizione – a 50 dei suoi più valenti e nobili cavalieri.Attimi che sono preziosi e da serbare nel cuore, da portare nelle proprie vite. Ogni giorno.

Fausto Mariano Antonucci

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