GHETTO DI SAN SEVERO: UN OMICIDIO CHE PRETENDE RISPOSTE ANCHE DALLA PROVINCIA E DAL NOSTRO COMUNE

di DESIO CRISTALLI
Una nota stampa della Regione Puglia di poche ore fa ci informa che il Presidente della Regione Puglia, MICHELE EMILIANO, ha inviato al Prefetto di Foggia, dr.ssa MARIA TIRONE, una richiesta di convocazione urgente del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica in merito alla morte del cittadino del Mali avvenuta ieri sera a seguito di una rissa scoppiata nel cosiddetto “GHETTO DI RIGNANO”. “Ribadisco, ancora una volta, la necessità di procedere alla chiusura di quel “GHETTO”. La rissa, che ha provocato la morte del trentaquattrenne maliano, sarebbe potuta accadere in qualsiasi luogo, ma si è verificata all’interno di un’area sottoposta a sequestro della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari a seguito di una mia denuncia presentata nel febbraio scorso. La Regione Puglia – prosegue il Presidente EMILIANO – in questi mesi ha fatto tutto il possibile nell’ambito delle proprie competenze per porre fine a questa situazione di degrado. È stato elaborato un piano di intervento già prima della sottoscrizione del Protocollo sperimentale contro il caporalato e, così come richiesto dal Ministero dell’Interno, al fine di procedere alla chiusura dei GHETTI di Rignano e di Nardò si è proceduto a redigere un piano integrato di accoglienza dei lavoratori migranti che sarebbe stato oggetto di finanziamento alla Regione da parte del Governo. Nelle ultime settimane abbiamo appreso in via informale che i fondi, inizialmente previsti come disponibili da subito, non sarebbero stati più erogati alla Regione Puglia…..La situazione del “ghetto di Rignano” è rimasta identica a prima, nonostante il sequestro dell’area. La Regione Puglia è pronta a fare la sua parte, ma la morte del cittadino maliano è l’ulteriore dimostrazione che quel luogo va chiuso senza ulteriori indugi proprio a tutela della dignità di chi lì vive in una condizione di riduzione in schiavitù e per evidenti ragioni di ordine pubblico”.
A tutto quanto affermato da EMILIANO, la nostra GAZZETTA deve necessariamente aggiungere qualcosa. E cioè che in tutta questa storia mancano le voci (sdegnate!) della PROVINCIA DI FOGGIA e del COMUNE DI SAN SEVERO. Il GHETTO DI RIGNANO, è stato chiarito più volte, è in verità il GHETTO DI SAN SEVERO e dunque un intervento della nostra municipalità si sarebbe dovuto avere, in modo molto più evidente e palpabile da molti mesi, tenuto anche conto, come chiarito da EMILIANO, che si tratta di un’area posta SOTTO SEQUESTRO DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA di Bari (e dunque della Puglia). La nostra PROVINCIA e il COMUNE DI SAN SEVERO avrebbero dovuto chiedere al Governo e a chi di dovere da queste parti di procedere in un arco di tempo limitatissimo allo sgombero del GHETTO e a una diversa e più dignitosa sistemazione della comunità umana ivi parcheggiata da tanto tempo…come bestiame. Quanto a Palazzo Celstini, non basta mettere a disposizione una location migliore per accogliere la marea migrante del locale GHETTO; occorreva (ed occorre ancora) alzare la voce e diffidare chi è chiamato dalle leggi a risolvere il grave problema che, per fortuna, non ha finora coinvolto la nostra comunità quanto a gestione diretta o con problemi di ordine pubblico, di sicurezza e di pubblica incolumità. L’omicidio di un ragazzo maliano di 34 anni in questo nostro territorio serva a svegliare qualche coscienza troppo sopita e silente, inducendola a gridare lo sdegno della terra di Capitanata per un verso e della Città di San Severo per altro verso al cospetto di DIO e di certe autorità politico-amministrative superiori che sembrano sempre IN TUTT’ALTRE FACCENDE AFFACCENDATE…mentre qui si muore in maniera ignobile in una realtà di degrado e di inciviltà insopportabile nel TERZO MILLENNIO DOPO CRISTO!
