RIFLESSIONI DI CULTURA SPORTIVA
di VANNI PELUSO CASSESE
Molti sono gli autori che affermano che IL GIOCO e, quindi, anche quello sportivo, è l’espressione più evoluta del movimento umano. Infatti, è bene evidenziare che esso non è sola e semplice attività muscolare, ma anche composita attività fisiologica, endocrina, psichica. Inoltre il gioco determina processi ideativi, etici, sociali e, quindi, di apprendimento e sviluppo comportamentale, di informazione ed arricchimento culturale. Alla fine il gioco acquisisce quel ruolo fondamentale, proprio per la sua intrinseca valenza educativa, determinante per il processo evolutivo dell’individuo. In particolare, poi, la pratica del GIOCO DI SQUADRA aiuta la natura umana ad evolvere verso forme di partecipazione e cooperazione nell’ambito di un’opportuna modalità di relazione con il prossimo. In particolare nel gioco di squadra viene fortemente esaltato il giusto concetto di LIBERTÀ, che si esprime attraverso il saper riconoscere ed individuare il limite della libertà propria e dal quale prende origine la libertà degli altri. Di modo che quella propria e quella altrui possano, in forma integrata, coesistere. K. CHERNOV affermava che lo sport e il gioco sono due fenomeni diversi. Ed infatti, lo sport è un’attività basata fondamentalmente sulla competizione e, quindi, sulla ricerca, attraverso il confronto agonistico, della vittoria. Mentre il gioco è basato sul processo e non sul risultato. E, tuttavia, possiamo affermare con B. LISITSIN che pur se lo sport non è un gioco, contiene momenti di gioco. Ciò in quanto lo sport presuppone l’imprescindibile unità tra le fasi del gioco stesso e la preparazione ch’esso richiede: fisica, tecnica, tattica, psicologica. Mentre il gioco, come asserisce il grande pedagogista G. GIUGNI, è l’attività motoria più spontanea e naturale dell’uomo. Le caratteristiche dell’attività ludica, quindi, ben si discostano dalle connotazioni che sono proprie dello sport in genere, anche se questo dalla prima può vantare la genesi.
