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GIOVANI MALATI DI…TECNOLOGIA A SCAPITO DI SENTIMENTI ED AFFETTI

Riceviamo e pubblichiamo

“Oggi, visti i tempi e le vicissitudini relative, vorrei raccontarvi una storia dai contorni funesti.

Ironia a parte, una tematica che ho particolarmente a cuore, sono i ragazzi di oggi, sopratutto la fascia adolescenziale, per me un universo misterioso osservato da lontano, da comprendere, alle prese con inquietudini ed incertezze del presente non alludendo tuttavia a progetti futuri.

Questa breve riflessione si propone di tratteggiare un profilo plurale. E’ pur vero che in passato si sono riscontrate difficoltà con le generazioni passate, ma oggi le difficoltà di comprensione vanno ben oltre la stessa comprensione.

Tanto per citare un esempio, la sera soprattutto nei periodi estivi, sono solito passeggiare e discutere, di argomenti svariati, soprattutto legati al futuro della mia amata città con un mio amico, cui condivido ore, pensieri, riflessioni e ampi momenti di sano svago, tra una gita appena fuori porta è un caffè bevuto in ottima compagnia.

Purtroppo non posso far a meno di notare, che tantissimi giovani sono persi, spenti, annoiati e indifferenti ad ogni cosa. Mi rendo conto che la mia generazione e quella precedente è cresciuta col mito dell’amicizia semplice, compatta, unita, ma non posso restare indifferente quando osservo giovanissimi che in treno o in strada parlano, continuamente di smartphone, computer e tutta una serie di cose che mi inducono a pensare che il rapporto umano è morto.

Le loro fidanzate o amiche, spesso li osservano con atteggiamento di preoccupazione, ormai, assopite da “uomini” cui sogni non  sono rivolti piu’ all’amore, all’affetto a dare abbracci, ma solo a una fredda tecnologia che li sta progressivamente allontanando dalla realtà. Sono deluso nel vedere che la generazione odierna, non pensa, non vive, ma vegeta in uno stato di quiete, non preoccupandosi affatto di ciò che attorno circonda le loro vite.

Non voglio apparire monotono, tanto meno pressante, ma con rancore sono sempre piu’ convinto che occorre una svolta, un passo in avanti.

I miei genitori, nonché amici che hanno sicuramente qualche anno in piu’ di me, si vedono oramai inoltrati in un era di ragazzi che molto probabilmente non sapranno neppure dare in futuro un gesto d’affetto, un abbraccio, una carezza..

Ciò non preoccupa solo loro, ma anche me che ho ricevuto insegnamenti veri con valori genuini, in un mondo dove, ciò che conta, sono le vie della vita e i sani rapporti umani.

Dunque il mio grido rimane, muoviamoci finché non arrivi la completa alienazione.”

Lorenzo Battista

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