GIOVANNI CARDELLA, UNA VITA CONSACRATA AL RICORDO DELL’AMATO FIGLIO DOMENICO E ALLA FILOSOFIA LEOPARDIANA
Giovanni Cardella è stato un uomo di altri tempi. Sempre gentile e dai modi cortesi. Persona di gran dialogo, raggiante con qualunque persona che in lui suscitasse la voglia di raccontare gli scritti, su Giacomo Leopardi, dell’amato figlio Domenico. Se ne andato un giorno di settembre, in punta di piedi. Senza disturbare alcuno. In distinto silenzio.
Per anni, è stato presenza fissa in piazza della Repubblica, dove allestiva un vero e proprio punto informativo on the road, in cui metteva a disposizione dei passanti gli scritti di Domenico. Negli ultimi tempi, aveva continuato la sua indefessa attività di divulgatore nei pressi di Piazza incoronazione. Fino a quando le conseguenze di un malore lo hanno costretto ad abbandonare per sempre il campo. Con onore.
In un messaggio su Facebook, il sindaco di San Severo Lidya Colangelo ha ricordato la dedizione e l’amore di Giovanni per il figlio Domenico, apprezzato altrove per lo studio della figura e del pensiero di Giacomo Leopardi, ma poco conosciuto a San Severo. Il primo cittadino ha promesso il suo impegno per valorizzare nuovamente la figura del giovane studioso, perito tragicamente a seguito di un incidente stradale, a cui era stato dedicato il “Premio Domenico Cardella Città di San Severo”, nell’ambito del “Premio Giacomo Leopardi nel mondo”, per tesi di laure magistrale o dottorato di ricerca sulla figura del poeta e filosofo di Recanati.
L’ultimo evento organizzato a San Severo per ricordare Domenico Cardella è stato in occasione di “Letture sull’infinito”, secondo appuntamento della rassegna culturale “Lectiones”, organizzata presso Enopolio Daunio il 20 novembre 2022. In quell’occasione, Giovanni Cardella, assieme agli altri figli, ha presenziato al reading in cui è stato letto un tema scritto al liceo dal giovane studioso, riconosciuto da esperti accademici di grande interesse.
La stoicità di Giovanni Cardella nell’alimentare costantemente il ricordo del figlio, attraverso lo studio della poesia, della filosofia e della metafisica in ottica leopardiana, deve essere di esempio per tutti coloro che riconoscono alla cultura un ruolo centrale per la tutela del patrimonio intellettuale cittadino.
L’esempio è la più grande forma di apprendistato cui far riferimento. Imparare da chi ha trasformato la sofferenza in passione, senza arrendersi alle “cose che vanno così”, è una lezione di vita strepitosa.
Giovanni soleva scrivere e pronunciare spesso che: “la particella divina si trova nella parte interiore dell’essere umano, bisogna potenziarla”. Di questo insegnamento, facciamone buon uso.
Giorgio Ventricelli