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GIUSEPPE DOSSETTI, UN PADRE DELLA REPUBBLICA

Fondamentale il suo contributo alla stesura della nostra Carta Costituzionale

La nascita della Repubblica Italiana all’indomani del secondo conflitto mondiale, fu dovuta al grande senso di responsabilità e soprattutto di unità dei padri costituenti che avevano difesi a spada tratta l’amor di patria e il sentimento profondo verso la nazione. Con le ferite ancora sanguinanti degli orrori della guerra i padri della Costituente scrissero quel nobile testo che dal 1° gennaio 1948 sarebbe diventata la Carta fondamentale dello Stato: la Costituzione della Repubblica Italiana. Un ruolo importante nella stesura di questa Carta ebbero gli iscritti alla Democrazia Cristiana, il partito dello scudocrociato che alle prime elezioni dell’Italia libera e democratica, avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti per la formazione del primo Governo dell’Italia Repubblicana. Tra i padri dell’Assemblea Costituente vi era un sacerdote colto, raffinato, dotato di un’acutezza mentale e di una grande apertura verso il sociale: Giuseppe Dossetti. Dossetti nasce a Genova il 13 febbraio 1913. Poco dopo i genitori si trasferiscono a Cavriago, dove il padre gestisce una farmacia. A Cavriago Dossetti compie i suoi primi studi. Successivamente si reca a Reggio Emilia per frequentare il liceo cittadino. Si iscrive all’Università di Modena e dopo la laurea frequenta l’Università Cattolica a Milano per perfezionarsi. A Milano conosce il gruppo che sarà detto dei “professorini”. Si ritrova così con Lazzati, Fanfani e La Pira. Dossetti prende parte alla Resistenza, prima in pianura, poi in montagna. Questa esperienza si rivela decisiva. Dopo il 25 aprile è chiamato a Roma, nella Democrazia Cristiana e viene eletto all’Assemblea Costituente. Il suo contributo ai lavori dell’Assemblea è fondamentale. Secondo il pensiero di Dossetti una Costituzione non è solamente l’insieme di regole e di regolamenti ma è, soprattutto, un atto morale, un documento programmatico contenente principi etici e morali. Dossetti è convinto che all’Italia post-fascista occorra una Costituzione che permetta al Paese stesso di ricostituirsi, oltre che materialmente, anche e soprattutto moralmente. Eletto deputato, Dossetti diventa vicesegretario della DC degasperiana. Sono anni di intensa lotta politica. Dossetti cerca una via politica di tipo nuovo mediante la costruzione di una democrazia “sostanziale”. Lo scontro all’interno della DC diventa inevitabile. Nel 1947 fonda la rivista “Cronache Sociali”, autentico faro per le migliori menti della D.C. Nel 1951, dinanzi alle enormi difficoltà interne sorte attorno al suo progetto politico, abbandona ogni forma di politica attiva e il suo stesso impegno universitario. Dossetti rimprovera a De Gasperi di aver attuato una politica dal “basso profilo” a scapito di una politica caratterizzata da grandi slanci morali. È a questo punto che Dossetti rivolge la sua attenzione alla riforma della Chiesa. Importante è l’incontro con il cardinale Giacomo Lercaro Arcivescovo di Bologna. Dossetti si dedica alla ricerca storico- teologica fondando il Centro di Documentazione e da vita alla comunità monastica “La piccola famiglia dell’Annunziata” a Monteveglio. Dopo l’esperienza all’interno del Consiglio comunale di Bologna, nel 1959 è ordinato sacerdote. Durante il Concilio Vaticano II è collaboratore di Lercaro e, a fine Concilio, diviene pro-vicario. L’allontanamento di Lercaro da Bologna segna il ritiro di Dossetti nella sua comunità monastica. Vive così nella sua comunità, in particolare in Israele. Quando Berlusconi compare sulla scena politica italiana Dossetti, temendone le implicazioni anti democratiche, rientra in politica attiva. In questo ambito, che coincide anche con l’ultima fase della sua vita, Dossetti non manca di ricordare quanto siano importanti non solo i valori componenti la Costituzione ma la Costituzione stessa e tenta di difenderne strenuamente i principi fondando i Comitati per la difesa della Costituzione. Muore il 15 dicembre 1996. L’esempio e lo spessore teologico, culturale e morale di Giuseppe Dossetti possono essere di esempio alle nuove generazioni per conoscere meglio la nostra Carta costituzionale e chi l’ha scritta e rivista col sudore e col sangue.

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