Gli Italiani all’estero condizioneranno pesantemente il prossimo Parlamento Italiano, ma i Partiti e i Candidati alla Camera e Senato lo sanno?

Pochi giorni e la campagna elettorale, con il suo caravanserraglio di polemiche, promesse, accuse e battibecchi, non ci darà tregua, per ricominciare, già, da lunedì prossimo con il tamburo battente dell’inizio ufficiale delle aspettative dei candidati di Camera e Senato per le elezioni del 4 Marzo 2018. Un tormento senza fine che non risparmierà, neppure, i nostri connazionali emigrati all’estero in cerca di miglior fortuna. Pare, infatti, che ogni anno 48.000 italiani lascino l’amata/odiata penisola per ogni dove, a caccia di una seconda chance. Degli oltre 4 milioni di italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), a cui si accede dopo il 12esimo mese che si risiede in uno Stato straniero e si è rinunciato al medico di base in Italia, circa 4 milioni hanno diritto al voto per le politiche del 4 Marzo 2018 circa 210 saranno candidati per 18 seggi a loro riservati, tra Camera e Senato.
Ma ha senso far votare gli italiani all’estero? E soprattutto quanto conta il loro voto?
La maggior parte degli immigrati italiani vive tra gli Stati Uniti, il Sudamerica, la Germania, la Svizzera, la Francia, il Belgio e la Gran Bretagna e opera in piattaforme strategiche come Malta, Singapore e Panama con società e strutture ormai incentrate su processi di delocalizzazione ed internazionalizzazione alla base del nostro ampio “Made in Italy”. Un vero mondo nuovo per l’economia reale e speculativa del Bel Paese. Aumenta per questo l’attenzione sul voto degli Italiani all’estero.
Molti di coloro che si sono candidati, soprattutto i sudamericani, non sono nemmeno nati in Italia, forse non l’hanno mai vista da vicino, come nell’era dell’informazione globale, soprattutto grazie alla rete, ci si può tenere aggiornati su ogni avvenimento ai quattro angoli del mondo; inoltre, gli italiani all’estero possono contare su 600 radio, 3500 televisioni e 570 giornali in lingua italiana che, sicuramente, non mancheranno di analizzare tutto quello che accade lungo lo Stivale ma basta essere informati, da lontano, per decidere del destino di milioni di milioni di persone a migliaia di chilometri di distanza? I Partiti Italiani sviluppano reali sinergie durante la “convivenza” con i Deputati eletti all’estero e sopratutto con i numerosissimi Italiani iscritti e non all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero)? Quali sono le criticità principali dell’attuale momento storico per agevolare la migliore scelta all’elettore Italiano che vive all’estero?
Il diritto al voto degli italiani all’estero è sancito dell’articolo 48 della Costituzione, che al comma 3 recita: “La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istruita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge”.
In dettaglio, sono 12 per la Camera dei deputati e 6 per il Senato, ripartiti in 4 circoscrizioni estere: 5 deputati e 2 senatori per l’Europa (che comprende i territori asiatici della Federazione russa e della Turchia), 4 deputati e 2 senatori per il Sudamerica, 2 deputati e 1 senatore per il Nordamerica e 1 deputato e 1 senatore per Africa-Oceania-Asia-Antartide. In teoria, il loro potere elettorale ha un’incidenza pari al 7%su quello dell’intera popolazione residente in Italia ma, la cronaca politica recente ci ha dimostrato che vale molto di più.
Il 10 aprile 2006, la coalizione guidata da Romano Prodi vince le elezioni alla Camera, con uno scarto di 25.000 voti ma al Senato la differenza la fanno gli eletti all’estero che garantiscono la maggioranza all’Unione. Si ha la certezza che il 4 Marzo 2018 con la nuova legge elettorale i voti degli Italiani all’estero saranno ancora più determinati e questo argomento ha fatto nascere nuovi gruppi di giovani che si sono attivati come me ad una campagna elettorale concreta in programmi chiari e sintetici a dare rilievo alla qualità del nostro network e delle nostre ricercatissime potenzialità peculiari e riconosciute in tutto il Mondo e per diversi settori. Ci siamo anche attivati ad integrare gli Italiani che pur vivendo all’estero non hanno sul posto il diritto al voto.
Infatti, non tutti gli italiani all’estero, però, possono votare. Un polverone è stato sollevato dall’esercito dei 32.000 studenti Erasmus che, forse, avrebbero più diritto di tutti a votare, dato che la loro permanenza in un Paese straniero è limitata a pochi mesi e la loro residenza abituale è in Italia. Palazzo Chigi ha espresso “difficoltà insormontabili”, nonostante l’UE abbia sottolineato la vitale importanza di non discriminerà nessuno nell’esercizio del voto, “di costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus -escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus – come nuova categoria di elettori temporanei. La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio (dei ministri n.d.r.) con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione”.
Sarà per questo inviolabile principio di “partecipazione democratica” che le forze armate e di polizia in missione internazionale, dipendenti statali, regionali e di province autonome, professori e ricercatoriuniversitari, tutti impegnati temporaneamente all’estero per ragioni di servizio, hanno ricevuto una deroga per esercitare il loro diritto di voto, eccezionalmente solo per queste politiche. Nel Paese delle contraddizioni, il Ministro dell’Interno, per compensazione, ha assicurato agli studenti Erasmus uno sconto del 70% sul biglietto aereo se tornano a casa per le elezioni. Poi delle eccezioni sono state previste.
Come spesso accade in Italia, anche le operazioni di voto all’estero sono estremamente farraginose. Nell’era del world wide web, 18 giorni prima della data delle elezioni in Italia, gli elettori all’estero ricevono, a casa, un plico cartaceo dal proprio Consolato, contenente il certificato elettorale, le schede, una busta piccola, una busta grande, già affrancata con stampato l’indirizzò del Consolato di competenza, le liste dei candidati e il vademecum per le operazioni di voto. Nella tranquillità della propria abitazione, in macchina, in ufficio, al supermercato, magari mentre chiacchierano al cellulare per confrontarsi su chi votare, tracciano la loro preferenza sulla scheda, la infilano nella busta piccola e la sigillano, allegano il tagliando appositamente strappato dal certificato elettorale e chiudono tutto nella busta grande che devono spedire entro i 10 giorni antecedenti la data delle elezioni in Italia. C’è grande ascolto e dibattito per queste ragioni e si ha un rapporto forte con i candidati e per la rete che li sostiene.
Il Brasile, considerato fino a ieri terzo mondo e oggi economia emergente, consentiva ai propri immigrati di votare solo per il presidente delle Repubblica. Gli elettori si presentavano al Consolato di competenza muniti di tessera elettorale, rilasciatagli dal Tribunale Elettorale brasiliano, che veniva convalidata dai funzionari. Entrava nella cabina elettorale e digitava il codice del candidato prescelto. A votazioni concluse, il Consolato raccoglieva i dati e li inviava, immediatamente, tramite telex, al ministero degli Esteri. Lo spoglio era automatico perché elettronico e non c’era pericolo di brogli. Il voto era obbligatorio, chi diserta deve produrre una valida giustificazione e incorre in una sanzione pecuniaria. I tempi cambiano e le Democrazie crescono ed oggi si può votare sia per la Camera e per il Senato sempre con un sistema controllato e rispettoso per i candidati e per l’elettorato. Sapete in quanti Stati ancora non c’è omologazione di voto e scrutinio?
Nella terra dell’astensionismo (le regionali siciliane hanno registrato un’affluenza al di sotto del 50% nelle Politiche Nazionali), considerata uno degli 8 Paesi più industrializzati del mondo, dove si grida ai brogli a prescindere, siamo ancora all’era dei pacchi, timbriamo le schede una a una, compiliamo i verbali in duplice copia a mano, ci perdiamo in buste, bustone e bustine e candidiamo gli incandidabili, chi ci salverà? Forse, un’armata Brancaleone che viene da lontano?
Per questo motivo ci siamo organizzati in una rete di imprenditori, lavoratori e tanti Italiani che seguiranno una Campagna Elettorale libera e organizzata perché la storia e la letteratura italiana sono piene di episodi di discriminazione, piccoli e grandi che i nostri emigranti hanno dovuto subire a causa dell’egoismo, dell’inciviltà e dell’ignoranza talvolta incontrati fin dal loro approdo nei paesi di accoglienza e daremo testimonianza che siamo più vivi che mai nel rapporto di crescita socio-economica con la sana politica e abbiamo validi i valori della più alta forma di Democrazia trasmessaci dagli Italiani che hanno perso la vita per il valore della Patria.
Ecco perché queste elezioni per Noi rappresentano un momento di condivisione di idee e progetti per dimostrare vicinanza reale alle nostre origini e per alimentare un rapporto che deve migliorare nei giovani Italiani che saranno il futuro della nostra Repubblica.
Bisogna andare all’estero e frequentare per qualche tempo almeno uno delle migliaia di club italiani ovunque esistenti per vedere e credere quanto siano ancora legati da sentimenti di vera fratellanza con la madre-patria i connazionali là residenti. Ufficialmente sono circa 4,5 milioni gli italiani all’estero, ma sono probabilmente molti di più, se si considerano anche quelli di seconda o terza generazione che hanno perso la cittadinanza italiana pur mantenendo cultura e vincoli incancellabili con l’Italia.
La nostra sfida? I 18 Deputati della prossima Legislatura parleranno anche il dialetto delle nostre Regioni e faranno parlare lingue straniere a tutti i Deputati Italiani perché lo Stivale del futuro dovrà essere meno stretto del solito e Terra di un mondo nuovo dove scoprire la bellezza dell’integrazione tra Popoli perché la diversità è da sempre l’asso strategico di Noi Italiani nel Mondo.
Dott. Giovanni Corleone
Valletta, Malta Lunedì 22 Gennaio 2018