I FANTASMI DI PIAZZA CASTELLO
di MICHELE MONACO
L’anonimo insonne che va a caccia di fantasmi in Piazza Castello questa volta ci racconta che ogni notte, dopo l’apparizione del fantasma di CALCANTE a mezzanotte, dopo le anime in pena dei gladiatori alle due del mattino, alle tre appaiono i Cavalieri Templari e controllano chiunque arrivi da San Paolo Civitate o da Torremaggiore. I Templari formano – nei pressi del castello (Bellum videre) una sorta di “chek-point”
per i pellegrini diretti in Terra Santa. Alle quattro del mattino svaniscono di fronte al passaggio dell’ectoplasma della regina GIOVANNA d’ANGIÒ. Alle cinque appare un giovane romano del 1^ secolo d.C., ha 19 anni e va in cerca del padre. A qualcuno interessa sapere se esistono delle testimonianze dell’antica Roma nella Città di San Severo? Se interessa, rispondo in questo modo: ” Le visite guidate nel centro storico di San Severo riservano continue sorprese per quegli alunni che hanno la fortuna di essere guidati da insegnanti motivati dall’idea che la storia locale, la microstoria, ha la stessa dignità degli avvenimenti storici nazionali. Questa volta la sorpresa di una scolaresca è stata quella di scoprire una epigrafe funeraria dell’antica Roma proprio a pochi metri dai bassorilievi (raffiguranti dei gladiatori in combattimento) collocati alla base del campanile della Chiesa di San Giovanni Battista. L’ epigrafe funeraria (proveniente da Lucera e risalente al I secolo d.C.) è murata a circa un metro dal piano stradale, nella parete posteriore della chiesa di San Giovanni Battista, esattamente al civico 7 di Piazza Nicola Tondi (Piazza Castello). Questa epigrafe (nella foto) racconta la disperazione di un padre per la morte del suo giovane figlio di 19 anni di nome CAIO PETTIO MODERATO. Nell’ultima parte dell’epigrafe lo chiama “figlio dolcissimo”. Fin qui il mito e la leggenda, ma alle prime luci dell’alba appaiono loro, i braccianti del ‘900. Nel secondo dopoguerra, questa piazza era piena di braccianti (molti forestieri) che dormivano per terra per trovarsi pronti all’alba a vendere la propria forza-lavoro per qualche giornata di ingaggio nelle campagne. Il caporale ingaggiava solo quelli dal fisico più robusto. Era un vero e proprio mercato degli schiavi e se riuscivano a lavorare lo dovevano fare dall’alba al tramonto e poi dovevano sperare di lavorare il giorno dopo”.Tutto questo è stato Piazza Castello, il luogo da dove è passato molta parte del mito, della leggenda e della storia della nostra Città.