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I raid in Abruzzo a razziare auto centinaia di furti opera di professionisti Viaggio a San Severo

E’ una piaga sociale, centinaia di furti opera di professionisti Viaggio a San Severo, dove i veicoli sono smontati e rivenduti

INVIATO A SAN SEVERO. All’ “università” dei furti di auto di San Zevire, non ci sono studenti fuori corso: ci si laurea dottori nelle ruberie in poche lezioni; non servono aule magne: basta una rimessa agricola sgangherata per apprendere l’arte del ladrocinio; non si seguono lezioni teoriche ma pratiche: al tornio per realizzare le chiavi che forzano i blocchetti di accensione delle auto o, per i pochi che hanno conoscenze d’informatica, al computer, per costruire le centraline che disattivano i comandi originali delle vetture e che nelle fughe danno anche una potenza maggiore al veicolo. E poi in questo ateneo della criminalità non si pagano le tasse: al contrario, si guadagna bene anche a costo di rimetterci la vita in un possibile conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Dal canto loro, gli insegnanti che salgono in cattedra sono docenti eccezionali, la cui mission è segnata da un motto: delle auto rubate va riciclato tutto, non si butta niente, quindi impara: quando stai per rubarla devi fare meno danni possibili.

QUEL TERRITORIO SCONFINATO. Al centro dell’Alto Tavoliere delle Puglie, più di 54mila abitanti, 86 metri sul livello del mare, capoluogo di Capitanata e Molise fino al 1579, sede vescovile, zona prevalentemente pianeggiante, agro scarsamente popolato ma costellato di una miriade di masserie, San Severo ha un territorio di 336 chilometri quadrati tanto da essere il 32° comune italiano per estensione: dunque, una superficie smisurata e, soprattutto, difficile da controllare. Qui l’“università” dei furti guadagna un botto di soldi dalle auto che tutte le notti riesce a portare in terra pugliese dopo averle sottratte tra l’Abruzzo e le Marche, con l’ausilio dell’autostrada A14. Solo in provincia di Chieti, secondo i dati della polizia stradale, ogni notte spariscono almeno dieci veicoli.

IL MERCATO CHE CAMBIA. Una volta, i mezzi rubati venivano contraffati nei numeri identificativi e consegnati interi sul mercato nero per essere rivenduti a prezzi di convenienza. Adesso i clan fanno affari smontando le auto pezzo pezzo e vendendo ogni componente su internet, spesso usando il canale E-Bay. Da San Severo e Cerignola si parte ogni notte in auto con un conducente che trasporta quattro “universitari”; si torna giù che i guidatori di questo fenomeno sono diventati cinque in altrettante auto. I meno di tre ore il veicolo rubato è bell’e smontato e non c’è traccia di nulla visto che i pezzi a loro volta hanno intrapreso ulteriori viaggi verso i prosperi lidi del mercato nero. Un’attività florida che ha i sui ingranaggi nei centinaia di sfasciacarrozze di cui è ricca questa zona dal territorio smisurato, che nascono dalla sera alla mattina e che sono in grado di far muovere milioni di euro e di alimentare le cosche legate alle famiglie Liquadri di San Severo e Cartagena di Cerignola.

LA VIA DELLA CRIMINALITÁ. Duecentosettanta chilometri di asfalto tra Val Vibrata e Cerignola est, 18 caselli in entrata e in uscita, 12 stazioni di servizio, tre parcheggi; 101 chilometri di strada tra i caselli di Ortona e Poggio Imperiale che corrispondono alla competenza della sottosezione autostradale della polizia di Vasto sud; 74 chilometri tra i caselli di Vasto Sud e San Severo. Nella tratta tra Lanciano e Canosa di Puglia ogni giorno passano mediamente 29.037 veicoli leggeri e 8.850 mezzi pesanti. Non siamo ai livelli dell’Autostrada del Sole o dei tratti più a nord dell’A14, ma sono comunque cifre che testimoniano l’appetibilità dei clan per il mercato delle quattro ruote in una zona che di notte diventa scarsamente trafficata.

LA CANNIBALIZZAZIONE. «Il fenomeno dei furti di auto è cambiato», dicono alla polizia stradale di Lanciano, coordinata dal comandante Renato Menna, che ogni notte organizza ronde su A14 ed entroterra tanto da arrivare a 16 arresti dallo scorso gennaio, «il veicolo oggi viene smontato, operazione che noi chiamiamo di “cannibalizzazione”, e i pezzi rivenduti in un istante. È un business che non finisce mai. Con la crisi economica anche molti professionisti si rivolgono al mercato nero dei pezzi di ricambio. Per fare solo un esempio, un cambio su internet costa un quinto del valore commerciale: un affare per tutti». «In questo periodo», evidenziano alla sottosezione della polizia stradale di Vasto sud dell’A14, guidata dal comandante Antonio Pietroniro, «il mercato nero richiede auto di piccola cilindrata, sui 1.200, quindi molte Fiat Panda e Citroen C1». «Le nuove organizzazioni si avvalgono di molta manovalanza straniera», spiegano al comando provinciale della polizia stradale di Foggia, coordinato dal vicequestore aggiunto Giovanni Piemontese, «con gang che spesso hanno a capo anche insospettabili. Qui non abbiamo un secondo di tranquillità».

COME FUNZIONA IL FURTO. Succede più o meno questo. L’ “università” dei furti, con l’ausilio di un tecnico informatico, prepara a Sen Severo le centraline che avviano certi tipi di auto. Una volta sollevato il cofano anteriore dei veicolo con trapani mini-invasivi, si sostituisce la centralina madre del mezzo con quella fabbricata ad arte. In questo modo vengono azzerati i codici che la centralina d’origine – che non è altro che un microcalcolatore – era in grado di riconoscere con l’utilizzo della chiave del veicolo uscita con la fabbricazione del mezzo. Per la sostituzione ci vogliono da due a tre minuti. Poichè l’auto non ha più istruzioni codificate da seguire in quanto ha perso quella che è la sua mappa-dati, le portiere si aprono. Basta una chiave taroccata, realizzata al tornio, per avviarne l’accensione. Per i veicoli dotati di satellitare si fa ricorso allo Jummer, un apparecchietto grande quanto un telefonino che oscura il segnale Gsm e annulla i trasmettitori di frequenza. Insomma, bastano dieci minuti, i clan sono già sulla via del ritorno con la refurtiva tanto ambita. Ogni elemento della manovalanza specializzata nei colpi guadagna da 300 a 500 euro a furto. Il resto lo porta la vendita dei pezzi dell’auto su internet o tra gli sfasciacarrozze. Insomma da qui si parte e da qui si ritorna. Con la doppia beffa per il proprietario dell’auto di ritrovarsi anche con la multa per avere infranto il limite di velocità segnalato dal tutor mentre il veicolo era guidato dal ladro.

LA MANOVALANZA ESTERA. Per portare a termine questa mission, le gang pugliesi si avvalgono della collaborazione di albanesi e romeni che spesso risiedono nei centri della costa abruzzese: sono loro che conoscono il territorio, studiano le vittime da derubare, sanno su quali auto e in quali posti intervenire. E al momento opportuno danno il via libera ai ladri sanseveresi. C’è anche chi partecipa ai colpi viaggiando in treno, per dare meno all’occhio con nel tragitto verso nord.

LA GANG DEI TELONARI. Ma la criminalità pugliese che imperversa sull’A14 non è fatta soltanto di furti di auto: ci sono anche i cosiddetti “telonari” che svuotano su commissione i Tir parcheggiati nelle aree di sosta. Qui le gang si appostano di notte e quando il camionista dorme, tagliano i teloni e rovistano nella merce trasportata. «A volte sono stati trovati teloni danneggiati», spiegano alla polizia stradale del comando provinciale di Foggia, «ma nulla era sparito perché evidentemente quel tipo di merce non interessava o non era trasportabile con i mezzi che la gang aveva in quel momento. Ma dipende dai periodi. In alcuni mesi qui vanno a ruba gli anticrittogamici per l’agricoltura perché c’è molta terra coltivata. Altre volte prendono pneumatici per la Sevel di Atessa o per la Fiat di Melfi: il danno fa anche fermare il ciclo produttivo delle grandi aziende che non hanno scorte di magazzino di questi prodotti». Qui, per questi fenomeni, abbiamo 8 aree di servizio da controllare tra Poggio Imperiale e Canosa di Puglia inclusa la bretella dell’A16 per Napoli. Altre volte», continuano al comando provinciale, «assistiamo a sequestri di camionisti che rilasciati poche ore dopo quando il loro Tir è stato svuotato o anche a fenomeni estorsivi sui proprietari di piccole auto che non hanno l’assicurazione contro il furto. Dicono: “Mi paghi un tot e ti ridiamo indietro il veicolo”. Ad agire sono vari gruppi di banditi che a volte si interscambiano i componenti. È gente che non ha voglia di lavorare e che si getta nella criminalità dove guadagna bene. E spesso c’è di mezzo anche il mercato della droga. I vostri territori in Abruzzo sono più appetibili per loro, perché il tenore di vita è più alto e si vive meglio. Comunque con Vasto Sud lavoriamo in sinergia negli interventi preventivi e repressivi».

da Il Centro di Pescara

di Rossano Orlando

 

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