IL GIUSTO SFOGO DI UNAPERSONA DISABILE

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Ho sempre detto e pensato che la mia città è invivibile. In quanto persona diversamente abile deambulante e non (visto che uso anche la sedia a rotelle per spostarmi delle volte). So soltanto che non possono scendere nemmeno di casa da sola con la carrozzina per andare a fare un servizio, un giro, andare a fare la spesa, cose che per tutti possono essere normali per me non lo sono. E sinceramente mi sono rotta…! Non sono una di quelle disabili che ha paura di uscire, per il timore che gli altri non accettino il mio fisico; ho 17 anni quasi 18 e voglio uscire, andare a ballare, voglio vivere la mia vita ed essere INDIPENDENTE. Gli altri mi dicono “sei già fortunata, cammini con le stampelle, hai un bel fisico, sei una bella ragazza, porta pazienza perché tra un po’ ti prenderai la patente”. Non mi interessa! Barriere architettoniche ovunque (ok, provo a camminare in mezzo alla strada con la carrozzina ma niente da fare…manto stradale pieno di buche!). Poi quelle poche volte che sono presenti rampe, poco dopo ci sono marciapiedi con almeno un rialzo di almeno 20 cm….”ma mi stai a pija per culo?” D’altronde le barriere architettoniche non sono il vero problema, il vero problema sono le barriere sociali, l’indifferenza totale. “Tanto mica è un problema mio”. Caro Sindaco e cari cittadini, io sono nata diversamente abile ma voi lo potete anche diventare. Queste mie parole, sono per testimoniare che i “diversamente abili” sono persone, alla pari delle altre, la disabilità non è altro che una caratteristica fisica, come ad esempio i capelli ricci, gli occhi azzurri o marroni, io la vedo come un accessorio e non come un peso. Ho imparato a vederla così, con il tempo e conoscendo altre persone disabili, con una grande forza di volontà e voglia di vivere. Però posso confermare che per vivere e non sopravvivere, bisogna essere indipendenti e l’indipendenza purtroppo qui a San Severo è impossibile, proprio per la presenza di barriere architettoniche. Vorrei fare anche riferimento alla mentalità del nostro paese, che fa apparire la disabilità come una tragedia, infatti ci ho messo un bel po’ a trovare la mia sensualità proprio perchè non mi hanno mai rappresentata come idea di bellezza. Con il tempo ho capito che sono molto di più dei canoni che i media e la società mi attribuiscono e che, con la mia sedia a rotelle o stampelle, posso abbattere chiunque mi riduca ad uno stereotipo! E a tutte le persone che mi dicono che sono forte, rispondo che devi contare sulle tue forze se non vuoi farti vincere dalle tue debolezze. Con questo articolo spero di aver toccato gli animi di chi ha il potere, magari mettendo in evidenza tutti i piccoli problemi che un disabile deve affrontare per essere indipendente ed essere considerata prima come PERSONA, piuttosto che come DISABILE.
M. P.
