IL MITO DI PIAZZA CASTELLO
di MICHELE MONACO
Non è facile avvicinare il ricercatore di fantasmi del centro storico di San Severo.L’anonimo insonne che va a caccia di fantasmi in Piazza Castello questa volta ci racconta che ogni notte, dopo l’apparizione del fantasma di CALCANTE a mezzanotte, dopo le anime in pena dei gladiatori (combattenti nei bassorilievi posti alla base del campanile della Chiesa di San Giovanni), alle tre appaiono i Cavalieri Templari e controllano chiunque arrivi da San Paolo Civitate o da Torremaggiore. I Templari formano- nei pressi del Castello (BellumVidere)- una sorta di “chek-point” per i pellegrini diretti in Terra Santa. Alle quattro del mattino svaniscono di fronte al passaggio dell’ectoplasma della reginaGIOVANNA d’ANGIÒ. Alle cinque appare un giovane romano morto il 1° secolo d.C. e la sua interessante epigrafe funeraria è murata a circa un metro dal piano stradale, nella parete posteriore della Chiesa di San Giovanni Battista, esattamente al civico 7 di Piazza Nicola Tondi. Le visite guidate nel centro storico di San Severo riservano continue sorprese per quegli alunni che hanno la fortuna di essere guidati da insegnanti motivati dall’idea che la storia locale, la microstoria, ha la stessa dignità degli avvenimenti storici nazionali. Fin qui il mito e la leggenda,ma alle prime luci dell’alba appaiono loro:I BRACCIANTI DEL ‘900. Nel secondo dopoguerra, questa piazza era piena di braccianti (anche forestieri)che dormivano per terra per trovarsi pronti all’alba a vendere la propria forza-lavoro per qualche giornata di ingaggio nelle campagne. Il caporale ingaggiava solo quelli dal fisico più robusto. Era un vero e proprio mercato degli schiavi e se riuscivano a lavorare lo dovevano fare dall’alba al tramonto e poi dovevano sperare di lavorare il giorno dopo. Di loro se ne parla anche oggi: braccianti agricoli pugliesi e immigrati che perdono la vita nei campi bruciati da temperature bestiali ben oltre i 40 gradi. In piedi dall’alba e probabilmente fino al tramonto, per poche decine di euro. In questo primo scorcio del terzo millennio, percorrono la stessa strada di Piazza Castello, costretti dalla disoccupazione che nel Sud del Paese è a doppia cifra, per accettare impieghi che, fino a qualche anno fa, erano assolutamente ‘delegati’. Tutto questo è stato PIAZZA CASTELLO, il luogo da dove è passata molta parte del mito, della leggenda e della storia della nostra città.