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IL NON CARNEVALE A SAN SEVERO

“Il turismo a San Severo è morto: la gente più che venire scappa e lo dico a malincuore giacché in questa Città ho posto le mie radici.”

È quasi la fine del periodo di Carnevale e in Città si ascolta un silenzio assordante che palesa la totale assenza di programmazione culturale a riguardo.

Ho chiare nella memoria delle bellissime scene di quando, bambina, partecipavo con la mia scuola all’organizzazione e alla sfilata dei carri allegorici.

Non solo l’Amministrazione ormai da anni non ha previsto un impegno economico per l’evento ma nemmeno di alcun altro genere. Così come suggerito più volte nella Commissione Consiliare, si sarebbero potute coinvolgere le istituzioni scolastiche sin dal mese di settembre scorso. Nei laboratori, nelle ore di educazione artistica, si sarebbe potuto dare spazio alla creatività per la manipolazione della cartapesta, ad esempio, e la realizzazione di maschere e personaggi. Ogni scuola, anche più semplicemente, avrebbe potuto organizzare carri con i bambini vestiti in maschera. Si sarebbero potuti coinvolgere i nostri tanti agricoltori con i loro trattori e carri. Si sarebbero potute coinvolgere le associazioni e il privato sociale. Si sarebbe potuta prevedere una animazione itinerante e la presenza di un cantante famoso per una allegra e spensierata festa in piazza.

Il tema del Carnevale pone la mia attenzione non sulla festa in sé ma sulla totale assenza di politiche che favoriscano l’attrazione turistica e il permanere in Città. I festeggiamenti avrebbero coinvolto certamente gente dal circondario che avrebbe agevolato l’economia locale. Con la motivazione del Carnevale molte persone sarebbero rimaste a San Severo a mangiare nei nostri locali, a fare shopping o semplicemente a visitare le nostre bellezze artistiche.

È assurdo pensare che il Comune spende migliaia di euro all’anno per un ufficio del Turismo che, sostanzialmente, non attua alcun tipo di iniziativa per favorire il turismo stesso. Sono stati spesi, inoltre, circa 90 mila euro per affidare la promozione turistica e culturale a una società di comunicazione di Verona, distante e ignara della realtà sanseverese che non ancora mostra alcun tipo di risultano concreto per il compito affidatole, senza minimamente tenere in considerazione gli operatori del settore presenti in Città.

Il turismo a San Severo è morto: la gente più che venire scappa e lo dico a malincuore giacché in questa Città ho posto le mie radici.

La cultura e il turismo devono essere interpretati come potenti volano per l’economa locale, attrattori di investimenti e di visitatori nonché come fondamentali strumenti di coesione sociale, atti a creare senso di identità e appartenenza.

Non è possibile continuare a navigare a vista, affidandosi alle iniziative estemporanee di qualche singolo, a totale discrezione dell’Assessore di turno.

San Severo desidera ardentemente rinascere come un’araba fenice dalla cenere in cui questa Amministrazione continua a seppellirla!

Lidya Colangelo

Consigliere Comunale

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