IL NOTO CANTAUTORE SERGIO CAPUTO CONTRO LE RADIO…’MARCIUME ITALIANO’

Una vera e propria RADIOPOLI, uno scandalo di cui “qualche giornalista idealista, invece di sedere nella giuria di questo o quel talent show” si occuperà con “un’inchiesta per esporre questo marciume”: è il duro attacco di SERGIO CAPUTO (nella foto), cantautore tra i più apprezzati, in un lunghissimo post pubblicato sui suoi profili social. All’indomani dell’uscita
del suo nuovo album, ‘Pop Jazz and Love’, che arriva dopo la celebrazione del trentennale (2013-2014) del suo primo disco ‘Un sabato italiano’, l’artista denuncia il “boicottaggio” delle radio, legato – spiega – a presunte “linee editoriali” delle stesse che però, osserva, passano anche generi molto distanti tra loro. “I Dee-Jay non decidono più niente – scrive – e le radio passano sempre i soliti venti brani, gli stessi su tutti i network”. Prende spunto dal rifiuto di alcune emittenti di trasmettere il suo nuovo singolo, ‘A bazzicare il lungomare’, per denunciare “LA LOBBY CHE DECIDE CHI NELLA MUSICA DEBBA ESISTERE E CHI NO”. Una lobby di radio “che si sono unite per dominare la musica, la discografia, le edizioni, inzuppare il biscotto nel LIVE, e guadagnare percentuali di vario tipo dagli artisti che mettono in onda. C’è una etichetta discografica associata a tre grossi network in particolare, e guarda caso – scrive CAPUTO – quelle radio trasmettono solo gli artisti che ne fanno parte (ed eventualmente quelli enormi che non è possibile ignorare per questioni di audience). Ci sono artisti di questa etichetta che scrivono i pezzi di tutti gli emergenti. Ma se sei un emergente non sponsorizzato, non hai nessuna possibilità di passare in radio. Questo in termini schietti si chiama MONOPOLIO, e in Italia sarebbe proibito, ma nessuno parla. Perché? OMERTÀ. Se non ti passano in radio, hai più difficoltà a fare concerti. Se sei in radio 40 volte al giorno, batti che ti ribatti alla fine riempi i palazzetti. Ecco il giro di affari, ecco perché certi artisti si sentono in radio duecento volte al giorno, e altri MAI”. Questo modo di operare – conclude CAPUTO – “DISTRUGGERÀ – ANZI, LO HA GIÀ FATTO – LA MUSICA ITALIANA E LA DISCOGRAFIA”.
GIORGIANA CRISTALLI
