IL NUOVO LIBRO DI FRANCESCO MAGGIO: L’ECONOMIA? UNA QUESTIONE DI DECENZA
Esce in questi giorni il nuovo libro del nostro concittadino, l’economista e giornalista dr. FRANCESCO MAGGIO, intitolato ‘ECONOMIA DECENTE’ (Edizioni Gruppo Abele). Anticipiamo di seguito alcuni brevi stralci dell’introduzione:
E’ sempre la solita solfa. Purtroppo. I ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e chi sta in mezzo di solito va presto a fare compagnia ai secondi. Anche stavolta non c’è stato scampo. Anche l’ultima infinita crisi economica scoppiata nel 2007 negli Stati Uniti e poi propagatasi nel mondo intero non ha fatto altro che confermare la vecchia, spietata regola secondo la quale quando le cose vanno male quelli che già arrancano cascano in peggio, chi sta in bilico spesso li segue mentre chi se la passa bene finisce poi per stare ancora meglio. Molto, ma molto meglio.
I dati abbondano in proposito. A cominciare dalle consuete classifiche dei “Paperoni” planetari di Forbes o Bloomberg che vedono al top multimiliardari con ricchezze personali pari al Prodotto interno lordo di interi Paesi. O, all’opposto, le rilevazioni sulla disoccupazione, vero termometro dello stato di diffuso malessere, che celano storie di vita e a volte, ahimè, anche di tragici fine vita.
Le cronache di questi anni sono piene di drammi che hanno riguardato persone di tutte le età e di tutti i ranghi sociali e professionali. E solo chi mette la testa sotto la sabbia per non vedere e ascoltare, seduto magari su una comoda poltrona nei giardini di un grande albergo con vista lago e con un bicchiere di whisky in mano a discettare di massimi sistemi, può far finta di niente e sostenere che tutto vada comunque bene, che si tratti della dura ma inevitabile legge del mercato. Rimanendo insensibile a questo vero e proprio «scandalo della disuguaglianza», per dirla un’espressione coniata a suo tempo da NORBERTO BOBBIO quando scoprì da bambino la miseria dei contadini che morivano di fame. Uno scandalo causato in primis dalla disoccupazione che in alcune aree del Mezzogiorno arriva a toccare persino il 50 per cento.
Come se ne esce? Come porre riparo a tale perdurante scandalo? In sintesi, come rendere l’economia finalmente DECENTE? Decente, letteralmente, vuol dire «che è conforme alla dignità, al pudore, al decoro». Ebbene, è proprio di un’ECONOMIA DECENTE che c’è bisogno, un’economia che sia RISPETTOSA DELLA DIGNITÀ UMANA (contrastando la disoccupazione e il precariato), conforme al pudore (si pensi, al contrario, alle retribuzioni “spudorate” di certi top manager o alle volgari manifestazioni di opulenza e sfarzo di tanti ricchi), decorosa nel suo funzionamento (per esempio, più ancorata alla produzione industriale e meno alla finanza speculativa).
Con la sua straordinaria capacità di andare sempre al cuore delle questioni anche con poche parole il 24 giugno del 2014 PAPA FRANCESCO scrisse questo tweet: «Quanto vorrei vedere tutti con un lavoro decente! E’ una cosa essenziale per la dignità umana». E’ così. Proprio così. Un’economia decente, un lavoro decente devono essere l’obiettivo. Perché la decenza mette al bando i massimalismi, le ideologie e, quindi, gli alibi di chi, nascondendosi dietro il “benaltrismo” («il vero problema è un altro», quante volte lo sentiamo dire) non si assume mai la propria piccola o grande parte di responsabilità, non fa mai il proprio piccolo o grande dovere.