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Il sanseverese Leonardo Avezzano sulla vetta dell’Ama Dablam in Nepal a 6812 metri

Leonardo Avezzano, sanseverese fotografo sportivo racconta la sua ultima impresa in Nepal sulla vetta dell'Ama Dablam a 6812 metri

E’ quanto scrive sul suo profilo facebook Leonardo Avezzano, raccontando le emozioni indimenticabili della sua ultima impresa:

“Mercoledì 13 alle ore 10.25 non c’è più niente da scalare.

L ‘ interminabile parete bianca sopra il ghiacciaio si è conclusa in una vista aperta sull’Himalaya. La bellissima Ama Dablam è una scala incontaminata per il cielo, dove gli dei sono Everest, Makalu, Nuptse, e tutti gli altri.
Il mio compagno di arrampicata, per la prima volta su questa montagna, mi ha chiesto riprese con il suo telefono ” cosa vuoi dire?”. Io sono senza parole, e non dirò nulla se non posso migliorare il video silenzio. La prima cosa che faccio è mettere la mia bandiera di preghiera che ho portato sullo zaino fin dall’inizio della spedizione al grande polmone presente alla vetta. E mi ginocchio sulla neve, guardando le mani, leggendo i colori: rosso – fuoco, blu – cielo, bianco-nuvole, verde – acqua, giallo – terra. Puoi trovare questi colori in quasi tutte le bandiere, ma solo nel polmone-TA tutto il colore, come gli elementi, sono in equilibrio. E in equilibrio sono felice, sono autentico, puro, senza filtri.
Ama Dablam è stata l’esperienza più intensa della mia vita.
Un proverbio persiano dice: se ami la rosa devi accettare le spine.
La mia “rosa” aveva molte spine fin dal suo fiore. Per dare un nome a due:
1. Nel mese di giugno mi sono ferito al mio tendine, impatto la mia preparazione, 2 mesi di stop, ma mi hanno dato l’opportunità di incontrare due persone fantastiche:  sabineschildmeeuwis e Simon Schellevis  workinward, entrambi grandi collaboratori della mia felicità e saggezza.
2. Il mio hermano  francofabioh, con il quale abbiamo sognato questa avventura fin dalla nostra prima chiacchierata in Aconcagua, ha fatto girare la sua caviglia già rotta nella routine di acclimatazione e ha dovuto fermare la sua avventura. È stata una lunga notte di pensieri bui, molto tentato di cedere. Ma poi il mio hermano, mi dice qualcosa ” se ti alzano, mi aumento. Fai questo.”
3. La sera prima del piano di vetta mi è venuta la febbre a 38C, brutta tosse, naso running e bassa energia nel mio serbatoio. Questo lo condivido con Kalsang e mi dice di gestire le mie aspettative, aveva lo stesso sull’Everest e non ce l’ha fatta ad arrivare in cima.
4. La notte della spinta alla vetta, lasciando il campo 2 verso le 23.30, sono in fondo alle mie energie. I ragazzi mi chiedono seriamente se è il caso di andare. L ‘ opzione potrebbe essere quella di raggiungere il campo 2.7 e poi provare il giorno dopo. Ho deciso che non ha senso e continuiamo fino in cima.
5. Ora sono ad un’ora alla vetta, Kalsang mi dice che potrebbe essere troppo tardi, e inizia a sentire sonno per la pace lenta e il freddo. Abbiamo, con la febbre che mi colpisce fino alle ossa. E ci siamo. Ce l’abbiamo fatta. Quasi, dobbiamo scendere su una montagna del 9/10 camere № per gli errori.
6. Respingere giù sono in testa, e proprio accanto al grande ghiacciaio, cambio sicurezza, due ancore freno, e mi libera cadere per 20 metri, mi colpisce ma mi fermo con le corde e i ramponi. Kalsang è muta. Sono felice di essere ancora vivo, pensando che i ramponi hanno strappato il completo che mia mamma ha personalizzato. Come @nimsdai mi ha pensato “non pensare problemi, pensa soluzioni”, così continuiamo giù, ed è stato semplicemente fantastico averlo incontrato vicino al campo 2, facendo il tifo per la vetta. L ‘ energia che NIMS emana è indescrivibile e mi dà quel carburante in più per arrivare al campo 2.
Io e 7. Kalsang abbiamo dormito al campo 2, il giorno dopo che siamo andati al campo base presto mattina. Ero senza energia e ancora un po ‘ scioccato per l’incidente, che ha richiesto molta prudenza, che ha richiesto molta prudenza, che ha richiesto una maggiore prudenza, Il mio cuore stava per esplodere, le mie mani sudare, le mie gambe bruciano. Sulla strada verso il basso potrei ammirare il fantastico lavoro degli arrampicata che sono i veri eroi della opinabile bandiera del Kuwait sull’AMA Dablam. 6 Sherpa (Pasang sherpa, Nimasange sherpa, Dawa sherpa, Pemba sherpa, Karma sherpa, Lakpa dandy sherpa) scalare la montagna 3 volte in totale, con 25 kg ciascuno sulla schiena, costruendo il campo, messa a punto, set la bandiera, ritorno. Tutto questo con un grande sorriso sul viso.

Finalmente al campo base riesco a vedere l’Ama Dablam di nuovo nella sua forma. Kalsang pensa che sia un’aquila. Questa forma cambia mentre si sale, passeggiando però le creste, esposte al massimo.
E ‘ qui sotto che la mia promessa fatta al Puja “fai con me quello che vuoi” è stata mantenuta dalla rosa più bella dell’Himalaya, che spine e profumo saranno indimenticabili.”

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