ILLOGICO SANSEVERESE

di Teresa Francone
Contrariamente alle diffamanti dicerie, sulla grottesca e gretta essenza dei sanseveresi, si può asseverare che sono circonfusi da un’aura colta, variegata e colorita. Artefici di una solida cultura, dove ognuno è parte attiva con la propria e singolare conoscenza.
Qualunque essa sia, da quella dei letterati o semplicemente quella della sopravvivenza, riesce a suscitare interesse e generare genialità che portano alto l’onore ed il rispetto per questa città. Gente di ogni livello sociale che con il suo modo di vivere, di fare storia,di rifarsi alle prodezze dei propri avi, di parlare in una lingua che non è semplice dialetto, di fare della terra sapienza, di trasformare i profumi della cucina in convivialità ed ospitalità, di accogliere accorciando le distanze, di reggere la fatica del duro lavoro e fare della vita un’arte dell’arrangiarsi, fada scudo alle cattive asserzioni su quello che siamo.
Niente di sbagliato ai miei occhi e a quelli di coloro che amano San Severo, ma vi è una brutta piega che stona come su un bel fazzoletto,su alcuni dei nostri concittadini, ovvero l’illogico compiere azioni, giustificate dietro al paravento di una città precisata uno stercume.
Personaggi di cui mai sospetteresti, talvolta ben abbigliati, composti, educati nei modi e nel proferire parole, forti del fatto di non destare l’attenzione di sguardi indiscreti, con una sorta di scienza occulta, sono capaci di far sparire nel nulla le deiezioni dei loro animali da compagnia, chiuse in bustine ben annodate, facendole riapparire, in posti dove sarebbe necessaria, per ritrovarle, una caccia al tesoro. Invece, i meno avvezzi a tal giochi di prestigio, sono capaci di lasciarle allamercede di ignari calpestatori, addirittura dichiarando che per forma e grandezza non può essere del proprio compagno di passeggio.
Che dire, di coloro che dopo una guardinga esplorazione e ricognizione, con fare del tutto indifferente, mollano con manovre spettacolari, ogni sorta di rifiuto su qualsiasi superficie ed anfratto, prescelto dagli stessi, per questa balorda destinazione.
Poi vi sono i lanciatori seriali di cartacce, lattine e bottiglie di plastica, dopo aver fugacemente consumato cibo da strada, o se vogliamo concederci un termine, più al passo con i tempi, diremo STREET FOOD.
I migliori illusionisti sono coloro che son capaci di creare stanze senza pareti, stanze a ciel aperto. Ebbene! Salotti, camere da letto e camere da pranzo, e se fosse necessario, qualche vaso di ceramica che non è affatto adatto a piantarci qualche geranio, ma a far da trono in particolari esigenze umane.
Gli imbrattatori sono quelli, che non sapendo nulla di cosa sia davvero l’arte, sulle mura di palazzi, non sanno altro che abbozzare pessime raffigurazioni di parti corporee, una volta segno di forza vitale ed energia, oggi solo volgarità. Per non parlare delle inutili scritte che non hanno poesia.
Per colpa di alcuni viene scattata una brutta fotografia del centro abitato, che andrebbe sicuramente ritoccata. Piuttosto che opporsi a tali insulse gesta, molti finiscono per lamentarsi degli addetti ai lavori, perché a loro detta, sembra che non adempino al loro compito di “nettatori della città”. Eppure è un grave errore. Pochi, forse, potranno definirsi dei lavativi, ma molti sono ligi. Basta una richiesta garbata, e sicura di quel che scrivo, fanno più di quel che devono.
I più fantasiosi, ironici ed esagerati, fanno ricadere colpe sul nostro Sindaco. Lo vorrebbero vedere vestito, o meglio travestito da super eroe. In tuta con dettagli catarifrangenti, guantoni e scarpe antinfortunistica, dietro al camioncino dell’immondizia, a combattere il lerciume che come una canaglia si diverte a sozzare le nostre vie. I mie orecchi, par che abbiano udito che non sarebbe male se impersonasse un moschettiere, dove al posto del moschetto vi fosse una ramazza, armeggiandola al motto: “UNO PERTUTTI”, senza sentire di ritorno : “TUTTI PER UNO”. Infatti, taluni sanseveresi, non hanno ancora il senso del bene comune e delle responsabilità di fronte al mondo.
Non me ne voglia chi si è intravisto nel mio sceneggiare, ma per farla breve, qualsiasi sia il motivo che spinga a recitare la parte dell’ILLOGICO SANSEVERESE, l’indolenza, la negligenza o la rimostranza per tasse sui rifiuti troppo alte, bisogna rimembrare che San Severo è la nostra casa e come tale va vissuta nella salubrità.
Le colpe, ovviamente, non sono solo di queste illogiche figure sanseveresi o di irragionevoli accusatori, ma anche di spettatori inerti e inoperosi.
In verità, siamo tutti attori dello stesso film, a cui sta sceglier quale ruolo interpretare, se quello del miglior protagonista o quello di pessime comparse.