In tanti luoghi di aggregazione giovanile, circolano le sostanze stupefacenti: cosa nota! Le azioni e le responsabilità di chi deve vigilare.
Sono stati assicurati alla giustizia i due rapinatori minorenni che hanno compiuto la rapina alla tabaccheria “Lufino”, su viale II Giugno a San Severo. Il sindaco, Francesco Miglio ha espresso gratitudine al Cap. Steven Noccioletti, comandante della locale Compagnia, per l’operazione compiuta dagli uomini dell’Arma che hanno intercettato, individuato e tratto in arresto i due giovanissimi rapinatori. “Purtroppo, la notizia che si tratta di due minorenni, rappresenta una sconfitta della società civile sanseverese, di tutti noi senza esclusione alcuna, perché ragazzi che dovrebbero essere impegnati ancora nel percorso scolastico di formazione, sono invece già proiettati nel mondo delle delinquenza – ha evidenziato il sindaco Miglio – Dobbiamo fare tutti di più sotto questo profilo, far crescere meglio le nostre nuove generazioni, individuare e sviluppare tematiche importanti e fondamentali di senso civico e di appartenenza, su argomenti imprescindibili come legalità, sicurezza, ordine pubblico, rispetto per il prossimo. È un impegno che assumiamo ancora di più oggi: tutti insieme per conquistare la legalità”. Ragazzi che, spesso, sono sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o devono trovare il denaro per giocare alle slot machine, o “sotto esame” come accade nelle gesta gomorriadi.
L’opinione di Titttide Nucci, psicologa, del Dipartimento delle dipendenze patologiche dell’ASL-FG, che si occupa di prevenzione: “A San Severo, è diffuso l’uso di sostanze che creano dipendenza (hashish, cocaina, alcolici, ecc.). Da parte dei giovani c’è una sorta di sperimentazione, che va dall’alcool alle droghe (anche delle sale giochi). Oltre a tutto ciò, c’è anche una scarsa vigilanza da parte degli adulti, in generale. C’è poca attenzione degli adulti sui giovani e di tutto ciò che fanno. Nelle scuole, ad esempio, c’è una costante attività di prevenzione. Inoltre, San Severo è uno dei pochi comuni d’Italia dove, tramite protocolli, si fa formazione sui docenti e sugli studenti stessi (intensi i programmi di peereducation), tramite il Comune, il Piano sociale di zona, e il Dipartimento di prevenzione Asl”. Le conclusioni di Titti de Nucci: “C’è un disagio giovanile generale, che va dal bullismo all’uso di sostanze stupefacenti. Ma è la dipendenza in senso ampio del termine (dal web a quella alimentare) che prevede percorsi educativi che richiedono tempo. C’è un mondo da scoprire, su cui agire, ma ci son pure le responsabilità educative, di ognuno, che vanno riprese. Un altro problema è che gli educatori usano lingue diverse tra di loro”.
Siamo in uno Stato democratico e di diritto (ubiiusibisocietas, ubisocietasibiius) e insieme a educazione e prevenzione, serve la sanzione. Non ci sarebbe nulla di male, se davanti (e dentro) i centri di aggregazione giovanile (parchi, sale giochi, scuole), si facessero vedere i meravigliosi cani delle Unità Cinofile. Non sarebbe educativo? O sarebbe il caso di rispolverare il mitico Collodi e la sua educativa fiaba? Quanti pinocchio, sono preda dei lucignolo e del “Paese dei balocchi” o del “Gatto e la Volpe?”Memento: c’è l’art.361 del Codice Penale che parla di omessa denuncia, quando i fatti sono noti. Vale per ogni cittadino ma ancor di più per chi riveste un ruolo istituzionale e/o di responsabilità. Minorenni che vanno vigilati, certo. Dice bene il sindaco Miglio: “Dovevano essere a scuola”.Minorenni che puntano le armi contro le forze di polizia e che si sparano tra di loro: come vengono definiti? Invece, si vuol subito sapere se il carabiniere si era attenuto alle R.O.E. (Rules of engagement, regole d’ingaggio), o si va a cercare l’eroe!
Beniamino PASCALE