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INCHIESTA’GAZZETTA’: MEGLIO UN DIBATTITO PIÙ CORRETTO E COSTRUTTIVO E MENO INFARCITO DI OFFESE PER PARTITO PRESO

“Gentilissimo Direttore, sono certo che vorrai ospitarmi per consentirmi di offrire il mio contributo al dibattito che si è sviluppato sul resoconto di un anno di Amministrazione MIGLIO. Mi sono sempre tenuto fuori dal dibattito politico e non sono mai voluto entrare nelle polemiche di quartiere, ma è della mia San Severo che si parla, del paese di mio padre e dei miei figli, del luogo in cui lavoro, in cui vivo e da cui non ho intenzione di andar via. E allora, credo occorra una prospettiva diversa sulla questione, affinché il dibattito sia costruttivo. Basta con la logica dell’accusa “tanto per” e della POLEMICA A TUTTI I COSTI. Ti conosco da troppo tempo (e devo dire “purtroppo” visto che ciò significa che ci siamo fatti vecchi…) e Ti stimo per quanto hai sempre fatto, spesso contro tutto e contro tutti, per affermare l’indipendenza e la sacralità delle idee. Ed è per questo che vedere un dibattito così importante trasformarsi in un becero scambio di accuse spesso gratuite, spesso ipocrite, spesso false, mi infastidisce. Non ho interessi politici personali e ho amici cui voglio bene in questa amministrazione, come ne avevo nelle precedenti. A GIULIANO GIULIANI mi lega la storia della mia famiglia: mi racconta di mia nonna, maestra elementare ed educatrice di balilla ai tempi del fascismo. Con MICHELE SANTARELLI ho diviso le gioie sportive quando dirigevo la locale squadra di calcio. A GIANFRANCO SAVINO mi lega il rapporto di profonda amicizia con la famiglia di mia moglie. FRANCESCO MIGLIO lo conosco da quando era un giovane praticante avvocato che si affacciava alla politica. Ma essere amici non significa necessariamente essere bravi amministratori o avere il dovere di difendere a spada tratta il loro operato. Tutti hanno fatto cose più o meno buone e cose più o meno sbagliate. Ma, ovviamente, come in tutte le cose, ogni questione può esser vista da almeno due punti di vista. Ed è ciò che sta accadendo. Infatti, caro Direttore, sulla tua testata che, ripeto, bene ha fatto ad avviare questo dibattito, cosa sta accadendo? Chi arriva si sfoga, se è di centrodestra, contro l’Amministrazione descrivendo il bicchiere mezzo vuoto. Chi è simpatizzante per MIGLIO, sostiene il suo operato descrivendo il bicchiere mezzo pieno. Ma alla fine cosa resta ai cittadini? Niente, solo il disagio di aver assistito all’ennesimo dibattito tra fazioni contrapposte, come se ne vedono tanti in TV, senza un capo, senza una coda, ma con uno strascico di rabbia per chi, invece, vive situazioni di disagio. E purtroppo sono tanti.
La “critica a prescindere” è uno sport che a San Severo conosciamo bene, ma non è BUTTANDOSI IL FANGO IN FACCIA che si aiuta la baracca. Sarebbe opportuno definire un metodo, che ci consenta di vedere la questione da un punto di vista oggettivo e non soggettivo e quindi di parte. Ma quale può essere questo metodo? Difficile dirlo, forse perché un metodo non c’è. Una cosa è certa: se analizziamo il passato e andiamo a fare il resoconto del primo anno di sindacatura di Giuliano Giuliani, di Michele Santarelli, di Gianfranco Savino, se andiamo a sfogliare le cronache di quei periodi, leggeremo più o meno le stesse critiche sollevate, alternativamente, sempre dai rappresentanti della minoranza (indipendentemente dal colore di appartenenza). Non mi sembra sia cambiato granché. Anzi no, questa volta, in più, contro Miglio c’è anche parecchio fuoco amico. Caro Direttore, perché nessuno dice mai che la criminalità in città non è responsabilità di chi amministra a livello locale ma del sistema Giustizia nazionale che in tanti chiedono di riformare? Perché nessuno dice che se i comportamenti di molti cittadini sono sempre più deprecabili ed incivili, è perché la famiglia ed i vari enti formativi hanno perso da tempo la loro funzione principale in un contesto in cui prevale un tessuto sociale disgregato? Perché nessuno dice che se la disoccupazione, specie quella giovanile cresce, non è colpa di chi amministra a livello locale senza poteri diretti di intervento? Se il concetto di solidarietà appare sempre più evanescente, ed i diritti di molti cittadini, a causa di “genialità” legislative decise a Roma, appaiono sempre più in bilico, non è certo colpa di chi amministra a livello locale. Ma questo non lo dice nessuno, perché, POLITICAMENTE, è molto più utile parlar male. Fermo restando il diritto di critica a tutto ciò che sia opinabile, ritengo che il dibattito debba alzarsi, ritengo che ognuno, anziché sparlare, debba proporre soluzioni. Sono convinto che qualunque Amministrazione non resterebbe sorda a un dibattito del genere. E allora, cosa propongono i politici che non condividono le scelte di chi sta amministrando? Dove ritengono siano reperibili i fondi? Quali strategie concrete suggeriscono? Se non propongono, ma si limitano solo a dire le cose peggiori di tutti, si capisce che hanno il solo scopo di creare dissenso affinché al prossimo giro tornino a sedersi loro. Si, Direttore, ho detto “tornino”, perché le polemiche, stranamente, vengono quasi sempre da chi ha perso la sua poltrona perché non rieletto. E allora, caro Direttore, per la stima che nutro in Te, non permettere tutto ciò. Sposta il tema della discussione non su cosa è stato fatto in un anno, ma su cosa si può fare nel prossimo per migliorare questa nostra Città. Credo che qualunque amministratore, che voglia bene alla sua città, non sarà sordo. Grazie per l’attenzione dedicatami. Ti abbraccio.
avv. MAURO VALENTE

LA ‘GAZZETTA’ RISPONDE
All’avv. MAURO VALENTE, che stimo da sempre sul piano umano, culturale e professionale, come lui sa bene, rispondo solo che il mio ruolo è delicatissimo, soprattutto mentre si svolge un’INCHIESTA GIORNALISTICA, cioè mentre si sviluppa un dibattito sul recente passato della Città (Amministrazione MIGLIO ma anche, volendo, quelle precedenti guidate dalle opposizioni di oggi). Chi può ‘giustiziare’ ciò che la gente scrive alla GAZZETTA senza suscitare un vespaio di polemiche con stupide accuse di becera censura…magari di impronta politica? Ti assicuro che accadrebbe. E allora diciamo che sono perfettamente d’accordo con te ma che, pur potendo intervenire d’autorità con la certa condivisione del mio Editore, preferisco lasciar dire a ruota libera sperando nella maturazione dell’opinione pubblica magari a motivo di questi comunque costruttivi dibattiti. È ovvio che le tue riflessioni non fanno una grinza e che suggeriscono la strada più semplice, mentre io, responsabilmente, devo scegliere la più impervia e difficile che non consente di togliere la parola a nessuno, alla sola condizione di non commettere reati a mezzo stampa. Credimi, quel che tu dici oggi spero sia costume più civile di questa Città nel prossimo futuro, senza che io o altri debbano censurare ciò che la gente vuole scrivere liberamente, rispettando le regole del gioco. L’ideale per me, in veste di direttore, sarebbe avere tutti Lettori come te, autodisciplinati da cultura e valori umani. Ma non è possibile e dunque sono già lieto di aver navigato con l’Editore SALES per 19 anni nel mare procelloso della quotidianità di una terra ‘difficile’ senza incassare neppure una querela per diffamazione e/o calunnia. Credimi, Amico mio (e della Gazzetta), non è un risultato di poco conto, specialmente quando il Direttore in primis usa spesso la scimitarra a fin di bene, anzichè il più…comodo e redditizio fioretto.
DESIO CRISTALLI

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