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Inferto duro colpo alle “batterie” TRISCIUOGLIO­ TOLONESE-PRENCIPE” e “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”

Società Foggiana. Ulteriore colpo inferto alle “batterie” TRISCIUOGLIO­ TOLONESE-PRENCIPE” e “MORETTI-PELLEGRINO-LANZA”: in carcere il genero di Federico TRISCIUOGLI0 e VALLETTA Nicola.

Nella giornata del 26.12.2020 personale della Squadra Mobile di Foggia e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, in esecuzione di un’ordinanza. impositiva della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Bari all’esito di articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari, con il contributo della Procura di Foggia, e svolte dagli investigatori della Squadra Mobile di Foggia e del Servizio Centrale Operativo, ha tratto in arresto CHECCHIA Aldo, classe 91 ‘, LA GATTA Domenico, classe 73′, TRISCIUOGLIO Federico, classe 53′, e VALLETTA Nicola, classe 86′ (questi ultimi due già tratti in arresto lo scorso 16.11.2020 nell’ambito della c.d. “Decima Azione bis”), in quanto ritenuti responsabili dei reati di tentata estorsione cd estorsione consumata ai danni di imprenditori e commercianti foggiani, commessi al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa nota come “Società Foggiana”.

L’operazione si inserisce nel solco tracciato dall’ultima indagine convenzionalmente denominata “Decima azione bis” che ha documentato, tra le altre cose, come la “Società Foggiana” abbia:

  • realizzato una generalizzata, pervasiva e sistematica pressione estorsiva nei confronti di imprenditori e commercianti di Foggia, gestita secondo un codice regolativo predefinito e condiviso, significativamente denominato come il “SISTEMA”;
  • costituito una cassa comune, finalizzata al pagamento degli “stipendi” per i consociati, nonché al mantenimento dei sodali detenuti e dei loro familiari, anche attraverso il sostenimento delle spese legali, così sviluppando collaudati processi di gestione centralizzata nell’acquisizione e nella ripartizione delle risorse economiche;
  • gestito il racket delle estorsioni, come la riscossione di una vera e propria tassa di sovranità, registrando su un libro mastro la lista delle attività commerciali cd imprenditoriali estorte, nonché gli “stipendi” pagati agli associati;
  • regolato le dinamiche interne attraverso il sistematico ricorso alla violenza brutale, quale strumento di definizione degli assetti interni e delle gerarchie associative;
  • sviluppato, negli ultimi anni, una significativa vocazione imprenditoriale, ed una parallela opera di infiltrazione nel settore amministrativo, orientando il sodalizio mafioso verso un più evoluto modello di mafia degli

Quest’ultima indagine, condotta dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Foggia, è stata avviata grazie alla fondamentale collaborazione di alcuni imprenditori, che hanno denunciato alla Polizia di Stato le richieste estorsive e le intimidazioni subite. La stessa indagine aveva già portato all’arresto, lo scorso 03 dicembre, di CHECCHIA  Aldo e LA GATTA Domenico, nei cui confronti la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari aveva emesso un decreto di formo.1

Con il provvedimento cautelare eseguito lo scorso 26.12.2020, il GIP di Bari ha contestato al CHECCHIA Aldo la partecipazione al sodalizio mafioso denominato “Società Foggiana” e di essere l’autore materiale, unitamente al capo TRISCIUOGLIO Federico, di un tentativo di estorsione (denunciato da un noto imprenditore foggiano) e di altri episodi estorsivi, consumati o anche solo tentati, ai danni di altri imprenditori foggiani.

È stata dimostrata la operatività della “batteria” capeggiata da TRISCIUGLIO Federico, il quale, malgrado fosse in regime di detenzione domiciliare, continuava a gestire le attività criminose della “batteria”, impartendo agli affiliati precisi ordini sugli obiettivi da taglieggiare. Sono stati provati numerosi incontri tra il TRISCIUOGLIO ed i suoi sodali, ma anche incontri con alcuni imprenditori  costretti a recarsi a casa sua per consegnargli denaro.

È emerso che i membri della “Società Foggiana” controllavano anche attività illecite commesse da altri soggetti, da cui riscuotevano quote destinate al sostentamento del capo e di altri associati. È stata contestata, infatti, anche un’estorsione ai danni di un trafficante ali’ingrosso di stupefacente, costretto a versare alla organizzazione mafiosa  una vera e propria “tassa di  sovranità”

  • pari ad euro 3.000 al mese – perché gli fosse permesso di svolgere la sua illecita attività.

L’inchiesta  ha anche certificato  l’esistenza di un rapporto di alleanza e mutua assistenza tra  la “batteria” dei “TRISC!UOGLIO-TOLONESE-PRENCIPE” e quella dei “MORETTl­ PELLEGRINO-LANZA”. Sono stati infatti documentati, tra CHECCH!A e VALLETTA Nicola, elemento apicale della “batteria” dei “MORETT!-PELLEGRINO-LANZA”, numerosi incontri finalizzati alla spartizione degli utili, accertando altresì il coinvolgimento del VALLETTA in un ulteriore episodio estorsivo, commesso ai danni di un commerciante foggiano, costretto a versare all’organizzazione mafiosa una tangente periodica mensile tra i 500 e i 1.000 euro al  mese.

Il successo  dell’indagine  è il frutto dell’impegno  della  Polizia  di Stato  e  della   magistratura

antimafia, ma anche della collaborazione di alcuni imprenditori foggiani, che hanno  finalmente deciso di non sottomettersi più alle prepotenze dell’organizzazione e di affidarsi  allo Stato, dando cosi un chiaro segnale di discontinuità rispetto alla abituale condizione di ome1tà delle vittime.

Bari, 30 dicembre 2021

in data 07.12.2020, all’esito dell’udienza di convalida, il Oip presso il Tribunale di Foggia  aveva  poi  emesso  un’ordinanza impositiva della misura della custodia cautelare in carcere  a  carico  del  CHECCHIA  e  di  quella  degli arresti domiciliari a carico del LA  GATTA.

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