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INTERVISTA AL SINDACO EMILIO AMOROSO

di MICHELE MONACO

BONJOUR, JE SUIS UNE JOURNALISTE, JE VOUDRAIS M’ENTRETENIR AVEC LE PROFESSEUR AMOROSO, MAIRE DE LA VILLE DE SAN SEVERO, POUR UN ENTRETIEN TELEPHONIQUE?

Oui, c’est moi…ma perché mi parla in francese? Io sono italiano, pugliese, sanseverese.

MI SCUSI, PROF. AMOROSO, CREDEVO CHE LEI PARLASSE SOLO FRANCESE VISTO CHE HA VISSUTO DA EMIGRATO POLITICO IN FRANCIA PER OLTRE 20 ANNI.

C’est vrai, è vero: dal 1922 sino al 1943 sono stato un emigrato politico in Francia, dove sono stato raggiunto da mia moglie e dai miei figli. Pensi che eravamo entrambi insegnanti nelle scuole di San Severo e siamo approdati in Francia lasciando il nostro lavoro pur di non sottostare ad un regime che ci impediva di esercitare i nostri diritti di oppositori politici.

CI POTREBBE SPIEGARE COME ACCADDE TUTTO QUESTO?

In data 21gennaio 1921- esattamente 100 anni fa – partecipai ai lavori del Congresso di Livorno contribuendo a fondare il Partito Comunista d’Italia. Partecipammo io e ALLEGATO sostenendo la frazione comunista mentre l’on. MUCCI si schierò con i massimalisti. Avevo 27 anni e fui incaricato da RUGGIERO GRIECO di ispezionare le sedi comuniste dell’Italia Meridionale. Durante un giro di propaganda sul Gargano sono sfuggito ad una minaccia di morte da parte dei fascisti di San Severo. Nel 1922, anno della Marcia su Roma, mentre ero in missione a Pisa, fui incaricato dal Partito di spostarmi in Francia sia per la mia sicurezza e sia per occuparmi degli emigrati politici. Durante la guerra civile di Spagna, la mia casa era diventata tappa di volontari anti-Franchisti che andavano a combattere a Madrid.

PROFESSORE AMOROSO, ANNI DIFFICILI, MA CI RACCONTI QUALCOSA DELLA SUA FAMIGLIA E DI COME DIVENNE IL PRIMO SINDACO DI SAN SEVERO DEL SECONDO DOPOGUERRA.

Ho sposato l’insegnante ANNA LA VACCA il 1° Maggio del 1918 e abbiamo avuto due figli in Italia e due in Francia. Mia moglie è stata una donna eccezionale, una combattente e militante comunista. La mia elezione a Sindaco di San Severo avvenne nell’aprile del 1946. Prime elezioni libere del dopoguerra. Si tornava alle urne dopo 20 anni. La percentuale dei votanti fu altissima: 89,94%. Ebbi un forte consenso di preferenze nella lista del Partito Comunista Italiano, che consegui il 52,30% dei voti e 21seggi in Consiglio Comunale. Ebbene sì, fui il primo Sindaco della mia città in epoca Repubblicana. Il 1946 fu un anno indimenticabile.

PROFESSORE, COSA ACCADDE DURANTE LA SUA SINDACATURA ?

La mia esperienza di Sindaco si concluse bruscamente nel 1950 dopo la condanna inflittami per un reato di oltraggio alla forza pubblica che avrei commesso nella campagna elettorale del 1948; seguì un processo a mio carico – nel 1951 – dove venni assolto per insufficienza di prove.

E POI COME IMPEGNO’ GLI ANNI SUCCESSIVI?

Mi dedicai ad una passione che non mi ha mai abbandonato: la scrittura e la poesia. Pubblicai nel 1951 il poemetto “LA CORDA” dedicato ai braccianti della Daunia visti come portatori di pace. Pubblicai infine nel 1971 il libro “LA SPIGA DI FUOCO” con prefazione di ALFREDO MASSA e disegni di UMBERTO NARDELLA. Et, maintenant, au revoir ma chère journaliste! Adieu! La ringrazio per questa intervista immaginaria ma…VERA!

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