INTERVISTA ALLA SCRITTRICE SANSEVERESE LAURA MARTINO: “Ho realizzato un sogno”

L’autrice si chiama Laura Martino ed è alla sua prima esperienza narrativa con il romanzo “Il prezzo delle stelle”, Roma, Europa Edizioni. Nata a Milano, ha trascorso la sua giovinezza a San Severo. Ora vive nelle Marche, dove lavora ed è felice con la sua famiglia. Qualche giorno fa il suo romanzo è stato presentato nel foyer del Teatro Comunale “G. Verdi” della nostra città, ove ha ottenuto lusinghieri apprezzamenti dal pubblico. La Gazzetta di San Severo l’ha incontrata e le ha rivolto alcune domande, Ecco cosa ha risposto:
SEI ALLA PRIMA ESPERIENZA LETTRARIA CON “IL PREZZO DELLE STELLE”. COME È NATA LA TUA PASSIONE PER LA SCRITTURA?
In realtà, è nato prima l’amore per la lettura che per la scrittura. Fin da piccola ero un’avida lettrice e, senza alcuno sforzo, sono riuscita a trasmettere questa passione ai miei figli che preferiscono leggere in lingua originale.
Sebbene già dalla scuola elementare mi dilettassi a scrivere quei famosi ” temi” che la mia carissima maestra Laura Sbrocco (di cui conservo ancora un nitido e caldo ricordo) apprezzava moltissimo, la scrittura è stata una terapia più che una vocazione.
Già nella preadolescenza nutrivo quel forte sentimento di giustizia che generò il mio unico sogno: diventare un grande avvocato per garantire al mio piccolo mondo l’equa distribuzione dei diritti e delle risorse.
Ma il destino ha voluto che realizzassi un sogno che non avevo mai sognato: diventare madre!
L’impossibilità di conciliare lavoro, studio e famiglia mi impose una scelta: vivere per me stessa o per i miei figli.
Fu allora che, divorata dalla profonda nostalgia dei piaceri della sensibilità che contraddistinguono la nostra semenza, decisi che scrivere fosse il modo più economico ed efficace per mantenermi in vita.
Durante la stesura del romanzo avevo l’impressione di vivere due vite parallele: quella personale, pratica e reale che consideravo solo un mezzo e quella intellettuale che rappresentava la mia forza vitale.
Oggi, i miei due figli Alex e Melanie, hanno dato un senso alla mia vita regalandomi la “felicità perfetta” che sarà il titolo del secondo romanzo al quale sto lavorando e che racconterà l’epilogo della storia d’amore tra Rocco e Rebecca.
QUAL È IL MESSAGGIO CHE QUESTO ROMANZO VUOL OFFRIRE AL LETTORE? CI PARLI UN PO’ DEL TUO ROMANZO?
Tutti si affannano a costruire il proprio destino, a renderlo preciso e perfetto, nella vana illusione di vantarne qualche diritto. Ma il destino è già precostituito, è un puzzle già delineato. L’unica arma che abbiamo a disposizione per poterne accelerare il compimento e poterlo ammirare e godere è l’esercizio del libero arbitrio che ci consente di fare, nel corso della nostra vita, la scelta giusta.
La scelta giusta è, paradossalmente, la più difficile e dolorosa, ma la riconosciamo facilmente perchè si basa sull’amore.
L’esercizio del libero arbitrio ci consente di combattere e vincere il caso che si diverte a mescolare le tessere del puzzle per renderne più difficile la composizione e metterci alla prova.
Infatti, ogni scelta giusta è una tessera che si incastra perfettamente nel disegno ed è un carbone ardente che si accumula nel focolaio della felicità perfetta che esploderà a tempo debito.
Trovare il senso della propria vita significa nascere per la seconda volta, per questo chi lo trova deve ritenersi davvero fortunato. Esattamente come me che l’ho trovato nei miei figli.
La protagonista del romanzo, Rebecca, sacrificando la propria felicità a favore di quella di Rocco, non farà altro che scegliere se stessa perchè in fondo, le nostre scelte riflettono “chi siamo” non “cosa desideriamo”.
Essenza e desiderio “si includono escludendosi”.
E’ proprio quel famoso “desideriometro” insito in ognuno di noi a stabilire il giusto ordine delle cose e l’essenza che prima sembra prevalere sul desiderio finisce per identificarsi nel desiderio stesso.
Come sempre ripeto ai miei figli “ogni volta che scelgo te, scelgo me!”
Il tema principale del romanzo è la gentilezza intesa come cortesia, civiltà e rispetto verso le persone, gli animali e la natura. Ma quella che esalto fino a costituire il filo conduttore della storia e’ la gentilezza verso i sentimenti che condizionerà Rocco nelle sue scelte.
Altri e numerosi sono i temi affrontati che saranno elaborati nel seguito. Primo tra tutti la vita, intesa come impegno cui nessuno ha il diritto di sottrarsi e come dono di Dio da custodire gelosamente; la fede in Dio che ci spinge ad affidarci completamente a Lui ed infine l’amore, come espressione e realizzazione della natura umana perchè ogni individuo vive per amare ed essere amato e solo l’amore autentico è in grado di generare quella felicità anomala che amo definire “perfetta”, quella nella sua accezione più nobile: gioire della felicità altrui.
Tuttavia, nel secondo romanzo, la protagonista imparerà a concepire la felicità come bellezza collaterale dell’esistenza.
Penso che sia ora che ognuno di noi cominci a sentirsi felice per il solo fatto di esistere.
Come sosteneva Voltaire ” Il paradiso è dove sono io! “
A CHI CONSIGLIERESTI DI LEGGERE QUESTA TUA OPERA PRIMA LETTERARIA?
A tutti coloro che hanno voglia di scuotersi dentro, di sensibilizzare la propria coscienza nei confronti di tematiche delicate che spesso abbiamo paura di affrontare quali l’illibatezza per le adolescenti, il rapporto genitori-figli, il timore riverenziale nei confronti dei più grandi e l’amicizia che, nel romanzo, regna sovrana.
PERCHÉ SECONDO TE IN ITALIA SI LEGGE POCO? COME INVOGLIARE I RAGAZZI ALLA LETTURA?
Partendo dal presupposto che considero la lettura un indefettibile strumento di crescita personale, culturale e sociale credo che l’educazione alla lettura sia un dovere dei genitori prima che della scuola.
Tuttavia, ad essere sincera, non ho mai letto ai miei figli per dare ma, piuttosto, per prendere. Nel senso che, lavorando a tempo pieno, la lettura prima di andare a letto costituiva l’unico piacere della giornata in cui ritrovarci, rilassarci ed imparare a conoscerci.
Non mi sono mai limitata a leggere, ho sempre arricchito le storie con riflessioni personali, lezioni di vita e spunti per l’apprendimento.
Inoltre, la mia loquacità e il mio ricco bagaglio lessicale che non ho mai evitato di sfoggiare devono averli predisposti all’attenzione, alla curiosità e all’immaginazione.
A parte la mia esperienza personale, non credo di possedere la competenza necessaria per avanzare proposte ministeriali, ma forse, se si inserisse l’ora di lettura, gli scolari prima e gli studenti dopo, riuscirebbero a sviluppare quel sentimento di inclusione di cui oggi, più che mai, abbiamo bisogno.