LA BELLEZZA DIETRO IL FILO SPINATO, MEMORIA E CULTURA AL FRACCACRETA

In occasione della Giornata della Memoria, gli alunni dell’ITES Fraccacreta, diretto dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Soccorsa Colangelo, hanno vissuto un momento di profonda riflessione, grazie all’incontro con la prof.ssa Katia Ricci, docente e critica d’arte di lungo corso, nonché prolifica scrittrice e fondatrice del Circolo Culturale “La Merlettaia” di Foggia, che nel nostro Istituto ha presentato il libro “Lupini violetti dietro il filo spinato”. Erano presenti all’evento, promosso e organizzato da Arcidonna, oltre all’autrice, la presidente dell’associazione Lucia Vittozzi, la segretaria SPI CGIL Puglia Eva Santoro, le due concertiste G. Carella e G. Rignanese, che hanno eseguito brani di musica concentrazionaria; la prof.ssa Filomena Petrone, vicaria dell’Istituto, la referente all’Educazione e alla Salute prof.ssa Concetta Capodaglio, nonchè le classi 4ª e 5ª A SIA, 4ª B AFM e 4ª B SIA, accompagnate dai loro docenti.
Per gli studenti si è trattato di un’opportunità unica per confrontarsi con le dolorose vicende delle donne deportate nel campo di concentramento di Ravensbrück, un nome che risuona forte nella memoria storica del XX secolo. Era infatti un lager nazista, creato nel 1939, per detenere principalmente donne. Lì le prigioniere erano sottoposte a torture fisiche e psicologiche, costrette a lavori forzati e trattate come meri oggetti senza diritti, senza dignità, senza umanità. Ma in questo contesto le donne non sono state solo vittime, ma anche artiste, poetesse, musiciste, madri, sorelle… e hanno saputo trovare mille modi per resistere, per mantenere viva la bellezza, la speranza, la vita. La prof.ssa Ricci ha condotto i ragazzi, partecipi e coinvolti, alla scoperta di frammenti di vita all’interno del campo. Ha illustrato i contenuti del libro, rispondendo alle domande degli alunni, desiderosi di apprendere informazioni e sempre più interessati alle vicende trattate. Non sono mancati interessanti spunti di riflessione ed interventi significativi da parte degli studenti. In particolare si è evidenziato come Ravensbrück non fosse solo un campo di concentramento, ma anche un simbolo di oppressione patriarcale, portata alle sue estreme conseguenze. Le storie di queste donne, infatti, spesso dimenticate o marginalizzate, si intrecciano con le esperienze di tante altre che, nel corso della storia, sono state vittime di un sistema patriarcale, che ha cercato di esercitare il controllo su di loro. Guardando alle donne di oggi, i ragazzi hanno sottolineato che, sebbene ci siano stati indubbi progressi in termini di diritti e opportunità, le radici del patriarcato sono ancora presenti in molte società, anche in quelle che si dichiarano moderne e democratiche. Le donne purtroppo continuano a lottare contro discriminazioni sul lavoro, violenza di genere, stereotipi sessuali e difficoltà a conciliare vita privata e professionale.
Il silenzio rispettoso, la partecipazione e la compostezza con cui i ragazzi hanno seguito l’incontro, hanno testimoniato il loro profondo interesse ed apprezzamento nei confronti dell’autrice, che con grande sensibilità ed empatia ha affrontato temi tanto dolorosi ed emotivamente coinvolgenti. L’atmosfera è stata resa ancora più intensa dalle note delle musiciste, che hanno accompagnato e concluso il momento con brani di musica concentrazionaria, composta nei lager, toccando le corde più profonde della sensibilità di tutti i presenti.
A conclusione dell’evento, la prof.ssa Capodaglio ha espresso, a nome della Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Soccorsa Colangelo, i suoi ringraziamenti ai presenti ed in particolare alle docenti Alessandra D’Apote ed Antonella Curtotti, il cui straordinario lavoro di preparazione ha permesso agli studenti di partecipare con consapevolezza e coinvolgimento. La loro dedizione non si è limitata alla lettura del libro, ma ha saputo trasformare questa occasione in un’opportunità di crescita interiore, rendendo il messaggio della Memoria vivo e attuale. La docente ha, infine, sottolineato come la sinergia tra docenti, studenti e ospiti esterni abbia reso questa esperienza di altissimo valore formativo. L’educazione alla Memoria è un dovere morale, e giornate come questa dimostrano quanto sia importante coltivarla con impegno e passione.