Sport

LA CERTEZZA D’ESSERE IMPORTANTI

di VANNI PELUSO CASSESE
E’ vero che SCIASCIA fa dire ad un suo personaggio che nei rapporti interpersonali non si può essere simpatici a tutti. E proprio non molto tempo fa io ed il direttore DESIO CRISTALLI aggiungevamo, in una nostra privata riflessione, che spesso… non si vuole essere simpatici a tutti. Ma non è affatto superfluo ricordare anche che esiste una legge che regola i rapporti con i nostri simili. Se la osserviamo non avremo grandi problemi nelle relazioni e ciò ci porterà molte simpatie e, quindi, un’infinità di amici. Questa norma è valida anche nello sport. Specialmente nello sport. In particolare nei rapporti tra allenatore e giocatori. La legge dice: date sempre agli altri la certezza d’essere importanti. L’immediata conseguenza del sentirsi importanti è la riconoscenza nei confronti di chi ci valorizza, ma soprattutto bisogna riconoscere che chi si sente importante riesce ad avere un rendimento prestativo nettamente superiore alle normali possibilità. Di questa regola si sono appropriati gli allenatori più bravi nei vari sport, in special modo di quelli di squadra. Tra questi ANTONIO CONTE, coach della nostra nazionale di calcio. La sua competenza di motivatore ha consentito che la sua squadra, l’Italia, da tutti riconosciuta formata da giocatori-operai, concludesse la fase a gironi dell’Europeo di Francia al 1° posto. Ma se osserviamo i risultati delle gare fin qui giocate nei vari gironi eliminatori, ci rendiamo conto che sono proprio le nazionali meno pronosticate protagoniste che fanno maggiormente parlare di se per risultati sorprendenti. Ed allora bisogna convenire che è proprio il coach colui che contribuisce a dare importanza e sicurezza ai giocatori mettendoli nelle condizioni di aver padronanza degli schemi d’attacco e di difesa della propria squadra, di avere conoscenza degli avversari attraverso un loro accurato studio, di avere coscienza di essersi allenati al meglio durante la settimana, di mirare a guadagnarsi la scena. Risultano, questi, essere validi presupposti su cui basare quelle certezze che tanta tranquillità possono infondere nei giocatori, assicurando loro autostima e motivazioni prestative. Su questo ha puntato CONTE, non ritrovandosi in squadra le così dette STAR su cui poter contare.

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