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La drammatica testimonianza di una signora coinvolta nel nubifragio dove ha perso la vita il Vigile del Fuoco Antonio Ciccorelli

Apricena/San Severo, Sp89, a 50 metri dal ponte e prima della doppia rotonda. Il tratto di strada, dove è avvenuta la disgrazia. Di seguito la testimonianza di Benedetta Belmonte, in transito sull'arteria stradale interessata dal nubifragio.

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“Quando mi sono avviata da Apricena, su indicazione di mio cognato che mi ha riferito l’attenuazione della pioggia a Torremaggiore, ad Apricena ancora non pioveva. Dopo cinque minuti l’apocalisse, mi sono fermata perché non riuscivo a vedere nulla. Proprio quando sopraggiungeva la macchina dei vigili del fuoco. Mi chiedevo come avrebbero fatto ad intervenire con una semplice macchina e non con un mezzo attrezzato capace di prosciugare l’acqua che copriva il manto stradale per oltre due metri. Due autobus erano fermi come noi pur avendo una scala di accesso all’abitacolo più alta. Tutti tornavano indietro, rischiando seri tamponamenti. La macchina dei vigili del fuoco ci ha superato di pochi metri e si è addentrato sotto il ponte. Poco distante, a dieci metri dal ponte è stata travolto. La macchina era in panne essendo saltato ogni contatto elettronico, paura , caos, pioggia. Insomma: panico totale.

E alla richiesta di immagini video o fotografie, Benedetta risponde:
“nessuno filmava, eravamo sul posto intenzionati a salvare la nostra vita. Così anche gli altri malcapitati. Eravamo troppo impauriti per fare video, poi i cellulari era impegnati in conversazione con mariti e parenti che volevano soccorrerci ma non potevano farlo perche tutti gli accessi al luogo erano allagati”.
E il suo racconto continua: “alle 22.30 siamo stati costretti a tornare indietro, oltre alla macchina dei vigili del fuoco che era sopraggiunta nel contempo, nessuno della protezione civile ( hiunque che avesse incarico della pubblica incolumità) era sul posto a darti delle dritte.È risaputo che la strada che passa sotto il ponte è soggetta ad allagamenti.Eppure nessuno avvertimento o presenza di preposti alla viabilità”- il racconto della signora, ancora provata, che ha concluso evidenziando che quel tratto di strada è un pericolo costante e che porre
l’attenzione sulla pericolosità della stessa, è un dovere civico.

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