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La droga è un disvalore. È il caso che se ne parli.

La vicenda di Flavio e Gianluca, i due bambini trovati morti a Terni per overdose, è sconcertante. Restano nella mente soprattutto i volti di questo due sventurati, che potrebbero essere figli di chiunque. Siamo precipitati in un vortice di sporcizia sociale che adesso si rivolge, con la sua sete di potere, ai più deboli, i bambini appunto. Non è più tollerabile. La droga è un disvalore,  è immorale. Dobbiamo convincerci che essa altera il nostro apparato psicofisico, distrugge la nostra dignità e ci conduce inevitabilmente alla morte. Va maghiormente sfatato il mito che drogarsi è chic, perché adesso coinvolge anche i ragazzi, che per loro natura sono più vulnerabili. Lo stato deve risolvere la questione del consumo della droga, perché molti mali della nostra società nascono appunto da lì. E la lotta deve essere soprattutto culturale, perché il dibattito politico deve sensibilizzare e coinvolgere la società civile e le famiglie, che debbono essere supportate in questa crociata, perché sono soprattutto loro in difficoltà a gestire il fenomeno. È come il caso dell’usura: mai se ne parla e mai il problema si affronta. È stato dimostrato con la lotta al terrorismo, che se lo stato vuole, può. Lo ribadiamo da sempre, la politica deve metterci la faccia e deve affrontare i problemi e non fare come lo struzzo e mettere la testa sotto la sabbia. Così il problema permane e probabilmente ciò fa comodo ad alcuni. Ebbene la nostra società deve fondarsi sui valori e non sui disvalori. È il caso che se ne parli di più.

LUIGI CENTUORI.

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