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LA FESTA DELLA CANDELORA E DI SAN BIAGIO VESCOVO E MARTIRE

Un’antica festa molto sentita a San Severo

“A Cannelōre a vernata è fora”, recita così un antico proverbio sanseverese per indicare che il giorno del 2 febbraio “l’inverno è (quasi) fuori”, ossia che le giornate incominciano pian piano ad essere meno rigide rispetto ai tre fatidici “giorni della merla” (29 30 e 31 gennaio) considerati i più freddi dell’anno. La festa della Candelora, che cade ogni anno il 2 febbraio, ha un preciso significato cristiano e si celebra la Presentazione di Gesù al Tempio da parte di Giuseppe e Maria, così come viene descritto nei Vangeli di Matteo e Luca. La festa ha il nome popolare di “Candelora” a causa dell’antica usanza di far benedire delle candele, simbolo della luce e quindi di Gesù Cristo, il Figlio di Dio che è venuto al mondo per illuminare tutte le genti. La festa, presente in tutte le nazioni di tradizione cristiana, assume nomi diversi a seconda dei Paesi. Il giorno successivo (3 febbraio) a quello della Candelora si festeggia San Biagio Vescovo e Martire, il cui simulacro un tempo era custodito nella Chiesa di San Lorenzo delle Benedettine a San Severo; poi fu trasferito nella Chiesa Matrice di San Severino Abate ed ora trovasi (causa di lavori di restauro della chiesa più antica della città) nella Chiesa del Carmine. San Biagio è il protettore della gola e in occasione della sua festa le candele benedette vengono appoggiate alla gola dei fedeli e devoti per preservarla da ogni malattia.

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