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La figura di Pio XII ripercorsa dallo storico sanseverese Matteo Luigi Napolitano

Matteo Luigi Napolitano, originario di San Severo, insegna Storia delle Relazioni Internazionali, Diplomacy and International Relations all’Università degli Studi del Molise. È Ambassador for Peace dell’Universal Peace Federation. Fra i suoi saggi ricordiamo: Mussolini e la Conferenza di Locarno, Reassessing Italy’s Postwar Choices, Trieste 1948, Pio XII tra Guerra e Pace, The Vatican Files (tradotto in Polonia), I Giusti di Budapest (tradotto in Ungheria). Ha curato i volumi Diplomazia delle Risorse (con Massimiliano Guderzo), L’America Latina tra guerra fredda e globalizzazione (con Maria Eleonora Guasconi e Massimiliano Cricco), e Diplomazia, Religione, Nazioni. Delegato alla conferenza internazionale Pope Pius XII and the Holocaust allo Yad Vashem. Relatore all’ONU su Wartime Networks to rescue Jews in Europe. La sua ultima pubblicazione è il poderoso volume è Il secolo di Pio XII. Momenti di storia diplomatica vaticana del Novecento, Milano, Luni Editrice 2023, 624 pp.

Professore, Lei ha recentemente pubblicato un volume, Il Secolo di Pio XII, che è già alla seconda edizione dopo solo cinque settimane dall’uscita. E’ un volume prezioso per gli storici che irradia un faro di luce sul pontificato di Papa Pio XII a seguito dell’apertura degli Archivi di Stato Vaticani. Si tratta di novità assoluta nel panorama della storia ecclesiastica?

Questa è una domanda che fa piacere sentirsi fare, se non altro perché dimostra apprezzamento verso il mio lavoro peraltro dal giornale della mia città di origine. La risposta va data su più piani: pur non essendo il primo libro basato sulle nuove carte vaticane, esso mette certamente in luce aspetti nuovissimi del pontificato di Pio XII. Ne elenco alcuni: a) Pio XII non voleva un accordo politico con Hitler; b) la sua prima Enciclica, la Summi Pontificatus pubblicata oltre un mese dopo lo scoppio della guerra, fu “rubata” dalla Società delle Nazioni (l’antesignana dell’ONU) come ispiratrice dei criteri per mantenere la pace e la sicurezza internazionale attraverso il rispetto dei diritti degli Stati; c) è ormai certissima, oltre ogni ragionevole dubbio, l’esistenza di una grande rete di aiuto agli ebrei europei, gestita dal Vaticano attraverso le nunziature, gli episcopati e con la collaborazione delle diplomazie dei Paesi neutrali; d) La Santa Sede fu considerata dai maggiori criminali di guerra come un “giudice aggiunto” a quelli che sedevano al processo di Norimberga; e) Sembra che fra il 1951 e il 1953 Stalin avesse un piano per stabilire relazioni diplomatiche con il Vaticano, insomma per aprire in Vaticano un’ambasciata sovietica.

Sono solo alcune delle novità che si troveranno in questo libro.

Papa Pacelli ha dato protezione entro le mura vaticane a tantissimi Ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista. Cosa è emerso dalla lettura delle carte vaticane e che idea Lei si è fatta del magistero di questo grande Pontefice vissuto in un periodo difficile della storia italiana?

Nel dopoguerra monsignor Tardini definì Pio XII papa di guerra e uomo di pace. Trovo non si sia definizione più appropriata, anche considerando, come dicevo, la costante attenzione di questo pontefice alle vittime della guerra e in particolare della Shoah. E questo vale, lo ripeto, per tutta l’Europa. Lo dimostrano le 170 posizioni della Serie “Ebrei” aperta alla consultazione in Vaticano. Gli archivisti non sapevano dell’esistenza di queste carte, scoperte mentre si stavano riordinando i fondi su Papa Pacelli. Le posizioni contengono, se ho contato bene, ben 2880 dossier nominativi di ebrei che chiedevano e ottenevano dal Vaticano risposte e aiuto. Ho insistito perché quella Serie fosse pubblicata liberamente su Internet, e nel 2021 potei finalmente anticiparne la pubblicazione sia a Paolo Mieli (in una puntata di RaiStoria) sia a Tiziana Panella (nel suo programma “Tagada”).

Ci può brevemente descrivere il filo conduttore che ha guidato le ricerche su Pio XII. I rapporti tra il Vaticano, gli USA e l’URSS.

Il filo conduttore è stata la curiosità. Cercavo qualcosa di preciso e, mentre la cercavo, altri rivoli si aprivano alla ricerca, incuriosendomi sempre più su questioni apparentemente secondarie, ma che tali non erano. Devo poi sottolineare il carattere laico dell’azione diplomatica vaticana. La Santa Sede è un soggetto politico internazionale. È come governare avendo sulla scrivania la Bibbia da un lato e Il Principe di Machiavelli dall’altro. Ciò significa che, specialmente nel contesto della guerra calda prima e di quella fredda poi, il Papa parlava alle superpotenze da Capo di Stato, illustrando a chiunque il suo punto di vista senza celare eventuali temi su cui era in dissenso sia con Washington che con Mosca.

Questo volume può contribuire a far ripartire la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Papa Pio XII? La causa si era interrotta per alcune zone d’ombra sul suo Pontificato.

Come immaginerà, possiedo nel mio archivio personale copia della Causa di beatificazione. Non si è affatto interrotta. La Positio storica di questo papa, già assai positiva, è semmai di molto migliorata dal marzo del 2020, dopo l’apertura delle nuove carte per decisione di Papa Francesco. Si sono infatti definite meglio alcune questioni che gli altri archivi non potevano chiarire. Detto ciò, manca il miracolo, ma questa non è questione di cui uno storico possa dichiararsi competente.

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