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LA “FUGA GIOVANILE” DA SAN SEVERO PARE INARRESTABILE

di DESIO CRISTALLI

Al momento sono impietose per la nostra Città le statistiche sulla diminuzione della popolazione residente. Negli ultimi quattro anni, infatti, è scesa quantitativamente del 3,5% e cioè da 55.779 a 53.905 residenti (con un aumento della popolazione anziana di circa il 30%). Abbiamo perduto, in pratica, altri 1.874 concittadini, destinati a rinforzare – in tutti i sensi! – altri lidi evidentemente più accattivanti sotto profili diversi.Diminuiscono a dismisura le presenze giovanili ed aumentato in percentuale inimmaginabile fino a qualche anno fa le presenze straniere.In Città ogni 100 giovani ci sono 122 persone anziane: un’altra percentuale spaventosamente negativa soprattutto se guardata in prospettiva futura. Nell’ultimo triennio la nostra Città, che aveva circa 1.600 stranieri ne ha ora 1.800, che porta numericamente la percentuale degli stranieri ormai nostri concittadini a circa il 3,35 per cento della popolazione. Dei 1.800 stranieri residenti qui, il 76,4% proviene da altri Stati d’Europa, circa il 15% dall’Africa, il 6,5% dall’Asia e poco più del 2,5% dall’America e da altri Paesi del mondo. San Severo, dunque, è stata fortemente penalizzatanell’ultimo quinquennio, ancora più di prima, dalla ‘fuga per scelta’ di tantissimi giovani che partono per iscriversi alle Università di fuori regione e quasi totalmente non tornano più a casa, se non per Natale e, quando va bene, per la Festa del Soccorso. E’ indiscutibile – visto che la matematica non è mai stata e non sarà mai un’opinione – che la Capitanata e la nostra Città hanno sbagliato, creando una situazione che probabilmente non avrà una scia di ritorno in un prossimo futuro…se mai ne avrà una anche in tempi lunghi!Un dato è indiscutibile: sono stati commessi errori sociali, non riuscendo a creare qualcosa che potesse trattenere qui i nostri giovani o invogliandoli a rientrare alla ‘Casa Madre Sanseverese’ dopo la laurea o almeno dopo gli ormai irrinunciabili master che aprono la strada alle varie professioni. E, per dirla tutta, vista la penuria di posti di lavoro in tutti gli altri mestieri, ci siamo messi nella condizione di avere spesso difficoltà a trovare persino qualificati artigiani. Si spera che una politica meno sciatta e socialmente suicida incentivila permanenza di giovani da avviare ai più disparati mestieri anche in questa (tante, troppe volte autolesionistica…) terra. Ci si lasci passare una simpatica battuta di commiato: una volta i nostri giovani erano molti RICERCATI dai datori di lavoro…ora parecchi molto più di prima dalle Forze dell’Ordine…!

 

 

 

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