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LA GUERRA VISTA DAI BAMBINI

Di fronte ad una massiccia e quotidiana serie di telegiornali che ci portano in casa le immagini di bombardamenti, di città distrutte, di migliaia di profughi che lasciano le loro case sventrate dalle bombe ci si domanda spesso se sia necessario discutere con i più piccoli della guerra e delle sue conseguenze o se noi adulti abbiamo la responsabilità di proteggere la loro infanzia dall’orrore, per esempio evitando di guardare le notizie in loro presenza. I genitori hanno un corretto senso di protezione nei confronti dei loro figli, ma dobbiamo essere pronti ad affrontare l’argomento quando arrivano da loro domande in merito. Bambini e ragazzi sui media in questi giorni si trovano di fronte a immagini di guerra, a rappresentazioni che non hanno i mezzi per comprendere fino in fondo. Tanti genitori si chiedono dunque come spiegare ai loro figli quello che sta succedendo in Ucraina. Molto utile e interessante conoscere il metodo usato da EMERGENCY, un’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerra. EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, da anni organizza incontri nelle scuole primarie, secondarie e nelle biblioteche, dialoghi aperti sulla violenza e la guerra, sul perché andrebbe abolita e come possiamo costruire una cultura di pace. Le responsabili dell’Ufficio Scuola di EMERGENCY raccontano qual è il loro approccio al tema dandoci qualche indicazione su come parlare della guerra ai più piccoli. Come rispondere a un bambino che chiede perché la gente fa la guerra: «Perché si fa la guerra?» è la domanda che più di frequente ci rivolgono i bambini o i ragazzi spontaneamente. In primis non eludere le domande dei più piccoli insomma, poi la risposta dipende molto dall’età: per i bambini più piccoli partiamo da storie o racconti, che li introducano all’argomento: una fiaba come “La Strabomba” di MARIO LODI (tratta dal libro “Favole di pace”) oppure <<La guerra delle campane>> (da Favole al telefono) “Promemoria”, “Dopo la pioggia”!” Il giornalista” di GIANNI RODARI possono essere un primo approccio. Eccone un‘ateorima <<IL GIORNALISTA>>: Oh giornalista inviato speciale/quali notizie porti al giornale? / Sono stato in America, in Cina, in Scozia, Svezia ed Argentina, tra i Sovietici e tra i polacchi,/ Francesi, Tedeschi, Sloveni e Slovacchi, ho parlato con gli Eschimesi,/ con gli Ottentotti, coi Siamesi, /vengo dal Cile, dall’India e dal Congo,/ dalla tribù dei Bongo-Bongo …e sai che porto? UNA SOLA NOTIZIA! SARÒ LICENZIATO PER PIGRIZIA. Però il fatto è sensazionale, merita un titolo cubitale: <<TUTTI I POPOLI DELLA TERRA HAN DICHIARATO GUERRA ALLA GUERRA.>>

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