LA MEMORIA, LA CURA E IL DECORO

di MICHELE MONACO
Come abbiamo sottolineato nel nostro precedente articolo, il contributo in termini di vite umanenella GRANDE GUERRA fu statisticamente molto alto da parte di un Comune di provincia come SAN SEVERO.Nell’anno del centenariodell’entrata in guerra dell’Italia e nell’imminente giornata del 4 novembre 2015, è bene ribadireche la PRIMA GUERRA MONDIALE non ha riguardato solo le quattro regioni più vicine ai confini dell’impero Austro-Ungarico (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino e Lombardia), ma anche le regioni e i paesi più lontani, come il nostro. Molti furono i soldati provenienti dal Mezzogiorno, che come gli altri affrontarono la chiamata alle armi, la partenza per il fronte, le battaglie, le trincee, le sconfitte e le vittorie.Molti avevano vent’anni, non avevano mai lasciato la loro terra, non conoscevano l’uso delle armi, l’uso della lingua italiana, erano abituati a usare gli attrezzi della campagna e di colpo si ritrovarono in prima linea, ai confini estremi dell’Italia, con la nostalgia di casa, in una babele di dialetti.Il loro mitico coraggio fu spesso una reazione naturale alla paura, istinto di sopravvivenza, che li spinse a difendersi per non morire. I soldati italiani, soprattutto i più giovani, risposero fiduciosi alla chiamata alle armi credendo a una guerra di breve durata, che si sarebbe conclusa prima del Natale dello stesso anno. Ma così non fu e le statistiche ci dicono che il progetto di vita al fronte era normalmente di tre settimane. Alla fine della guerra le perdite per l’Italia furono agghiaccianti: 650.000 MORTI, 947.000 FERITI-MUTILATI, 600.000 TRA PRIGIONIERI E DISPERSI. Non so in quante scuole della nostra Città si sia studiato a fondo e commemorato il CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA ma sarebbe auspicabile che il Comune ne sollecitasse una larga partecipazione alla cerimonia del 4 novembre in Piazza Allegato e sarebbe auspicabile che in quella Piazza il MONUMENTO AI CADUTI e le 4 STELE DEI 360 SANSEVERESI CADUTI fossero quanto prima protetti e messi in sicurezza(non dimentichiamo l’appello pubblico del prof. GIUSEPPE CLEMENTE in Piazza Allegato) al fine di restituire a quei simboli tuttala dignità e la sacralità che meritano. Inoltre occorre, almeno nel Centenario, che le statue sianoripulite e che sugli adiacenti pennoni sventolino delle BANDIERE (ITALIANA ED EUROPEA) non sfilacciate e sbiadite ma degne di chi le ha onorate e continua ad onorarle.
