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LA MORTE DEL SANSEVERESE UGO BUSINI ‘SARTO DELLA STORIA’

IL QUINDICINALE DI ORTONA “LA PIAZZA” HA PUBLICATO UN BEL RICORDO DEL SANSEVERESE UGO BUSINI, CHE HA LASCIATO UN SEGNO INDELEBILE NELLA STORIA DELLA SARTORIA DI QUELLA BELLA TERRA ABRUZZESE. ECCO LA FOTO E L’ARTICOLO, CHE RIPROPONIAMO AI NOSTRI LETTORI, RINGRAZIANDO LA DIREZIONE DEL PERIODICO ORTONESE MA ANCHE IL CONCITTADINO LUOGOTENENTE DELL’ARMA FERNANDO MORELLI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE:

Il “Sarto della storia” non è più tra noi. Dopo una breve malattia UGO BUSINI è scomparso nella mattina del 31agosto. BUSINI lascia un vuoto difficilmente colmabile nelcampo della sartoria ortonese e in particolar modo nellaconservazione delle tradizioni storiche cittadine.UGO ha sempre tenuto a trasferire nei giovani l’orgoglio dell’appartenenza a Ortona e lo faceva coinvolgendoli nelle rappresentazioni storiche in cui indossavano abiti di velluto e broccato sentendosi per un giorno protagonisti e non spettatori. Venerdì 2 settembre la CHIESA DI SAN TOMMASO era gremita di concittadini che hanno voluto dare l’ultimo saluto a UGO il cui feretro è passato tra due ali di figuranti de “I Vittoriani”. UGO le regole le conosceva bene perché era andato a soli 16 anni in una delle 50 sartorie ortonesi per apprendere il “mestiere”. Sant’Omobono, protettore dei sarti, deve averlo preso sotto la sua ala se il giovane UGO a soli 22 anni aveva già un suo laboratorio artigianale. In quel periodo, nel 1957, Ortona stava ancora risanando le ferite procurate dalla guerra e tranne le Maggiolate non c’erano grosse rappresentazioni in costume, ma UGOgià sfogliava le riviste di storia cercando di carpire i segreti celati in quei fastosi abiti del periodo a cavallo tra 1200 e 1300. Solo nell’ultimo decennio, infatti, si è dedicato al tardo 1500. Negli anni settanta a Ortona, nel periodo estivo, era normale vedere AUGUSTO CARACENI, già sarto famoso, trattenersi nelle botteghe di GARZARELLI e di DARIO COSTANZO e UGO BUSINI coglieva l’occasione di carpire i segreti dei fratelli CARACENI (AUGUSTO E GALLIANO) titolari di uno dei più prestigiosi atelier di Roma. AUGUSTO CARACENI, forse intuendo le capacità sartoriali di BUSINI, gli diede numerose lezioni di taglio e gli fece dono del libro scritto dal fratello DOMENICO sulla tecnica e sull’arte del sarto.UGO organizzò il primo corteo storico nel 1977 ma i figuranti vennero da Ascoli Piceno. Il primo abito realizzato da BUSINI fu la copia di quello indossato da MARGHERITA d’AUSTRIA in un dipinto del tardo 1500. Quest’abito è stato donato alla Istituzione Palazzo Farnese per la inaugurazione della sala Margherita. Nessuno è profeta in patria e così è stato anche per UGO che con i suoi abiti storici ha raccolto tanti successi prima in altre regioni e poi in Abruzzo. Nel 1991 finalmente i suoi abiti sfilarono in occasione della prima rievocazione della “Traslazione delle ossa e della pietra tombale di san Tommaso” e la prima settimana di settembre divenne un appuntamento delle manifestazioni ortonesi curato dall’associazione “Centro Storico I Medievali” che non senza qualche difficoltà BUSINI ha continuato in questi anni a organizzare.Da quel momento l’atelier BUSINI fu meta di molti organizzatori di cortei storici colpiti dalla perfezione dell’esecuzione e della coerenza dell’abito con l’epoca di riferimento. BUSINI ha lavorato fino all’ultimo per l’inaugurazione del ristrutturato Teatro ‘Verdi’ di San Severo; il Sindaco della città pugliese ha voluto, infatti, che i figuranti indossassero gli abiti del suo atelier. Per essere sicuro che il suo desiderio fosse rispettato il Sindaco FRANCESCO MIGLIO ha inviato FELICE MIRANDA ad Ortona a ritirare gli abiti. La scomparsa di BUSINI lascia nell’animo di chi lo ha frequentato un senso di profondo sconforto perché UGO era insuperabile nei contatti con il prossimo e aveva la capacità di leggerti dentro. Soleva dire «Stasera non parlare ne parliamo domani oggi non è cosa» intuendo all’istante che qualcosa per l’amico non andava nel verso giusto e che il tempo lo avrebbe aiutato a trovare la soluzione. La speranza di tutti è che il suo insegnamento non cada nel vuoto e che i suoi abiti vengano conservati degnamente in un luogo che abbia il suo nome. Caro UGO, il corso sarà più buio senza il tuo sorriso.

Dal quindicinale “LA

PIAZZA” di Ortona

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